News > 2 aprile, Giornata mondiale dell’autismo
Sentirsi isolati dal mondo esterno, rifiutare il contatto con gli altri, soffrire di disturbi del linguaggio, avere paura dei cambiamenti: questi i sintomi più significativi che possono indurre a una diagnosi di autismo, patologia che in Italia si manifesta in un bambino su 100. E sono i bimbi, rispetto alla bimbe, ad essere i più colpiti con una percentuale del 75%.
Ma la cosiddetta “malattia dell’incomunicabilità” può attualmente contare su nuovi strumenti e su una nuova consapevolezza scientifica, oltre che sull’attenzione delle istituzioni.
A ridosso della Giornata mondiale dell’autismo, che ricorre oggi 2 aprile, è stato infatti approvato al Senato il primo disegno di legge sulla patologia.
«Il testo approvato dalla Commissione Igiene e Sanità», afferma il Prof. Giorgio Albertini, responsabile del Centro per lo sviluppo infantile dell’IRCCS San Raffaele Pisana, «rappresenta un primo traguardo che mira alla tutela della salute delle persone con disturbi dello spettro autistico, con un’attenzione particolare al miglioramento delle condizioni di vita e all’inserimento nella vita sociale».
L’obiettivo principale del DDL è quello di una presa in carico globale, non solo dei bisogni del bambino, ma anche di quelli della sua famiglia. «L’autismo», spiega infatti Albertini, «rappresenta una condizione, un disturbo del neurosviluppo (in accordo alla definizione del DSMV – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) che non colpisce solo il singolo soggetto, ma che ricade su tutti i familiari e che pone i genitori di fronte a molte difficoltà interpretative».
Tra gli obiettivi del disegno di legge, l’incentivazione, appunto, dei progetti dedicati alla formazione e al sostegno delle famiglie. «L’approccio dell’IRCCS San Raffaele Pisana», continua Albertini, «è perfettamente in linea con la direzione individuata dal DDL. Presso il Centro per lo sviluppo infantile si è già da tempo intrapreso un percorso che mira ad integrare le tecniche educative-comportamentali con la dimensione sistemico-familiare e relazionale. L’ambito di intervento comprende l’area della comunicazione e del linguaggio, coinvolgendo, tra gli altri, logopedisti “dedicati”».