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Al San Raffaele Portuense la riabilitazione parte anche dal ping pong

8 Giugno 2005

Racchetta e pallina, la riabilitazionecomincia anche da qui. Al San Raffaele Portuense, nell’ambito del Servizio di Terapia Occupazionale, è stata infatti avviata questa nuova attività riabilitativa: il tennis da tavolo va quindi ad arricchire la già vasta proposta di strumenti per il recupero dell’autonomia che offriamo ai nostri pazienti.

Ma come mai la scelta di questo tipo di sport? L’attività del “ping pong” presenta caratteristiche  motorie, cognitive, di equilibrio, motivazionali e attentive, che lo rendono un valido mezzo terapeutico, rientrando, secondo l’esperienza europea, nelle discipline riabilitative. Il tutto attraverso  tecniche di addestramento differenziate in base ad attitudini e quadro clinico della persona cui si propone. Il tennis da tavolo è notevolmente adattabile anche nella esecuzione giacché può essere eseguito stando seduti o in piedi, a seconda del problema del paziente e dell’obiettivo riabilitativo che ci si pone.

Sono state predisposte, inoltre, delle racchette modificate nel tipo di presa, così da facilitarne l’uso anche a pazienti con difficoltà di prensione, e nel materiale di rivestimento, per rallentare la velocità della pallina. L’obiettivo che si intende intende perseguire è quello di mantenere il più a lungo possibile:

  • le abilità motorie e cognitive;
  • la fluidità del movimento;
  • la coordinazione motoria;
  • la coordinazione della postura;
  • la coordinazione oculo-manuale;
  • le capacità relazionali; 
  • la risoluzione dei problemi;
  • il senso di competenza e di autostima.

 

Il tennis da tavolo può, per queste caratteristiche, essere proposto a soggetti con disabilità secondaria dovuta a diverse patologie sia di carattere neurologico (postumi dell’ictus, Morbo di Parkinson), sia di carattere ortopedico (esiti di amputazioni, postumi di fratture).