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Al San Raffaele Trevignano la kermesse “La mia canzone preferita”

8 Ottobre 2012

Note di storia: alla ricerca della canzone del cuore per mantenere attiva la memoria.

“La mia canzone preferita “. E’ il titolo della kermesse musicale che si svolgerà mercoledì 10 ottobre presso la RSA San Raffaele di Trevignano. La manifestazione canora che avrà inizio alle ore 15.00 prevede la proiezione dei video musicali delle canzoni preferite degli ospiti della struttura.

 

L’iniziativa rientra nel più articolato progetto “Musica insieme” che si snoda nell’ambito dei laboratori di musicoterapia.

«Interpretare e ascoltare canzoni e melodie del passato», spiega Fosco Avincola, psicologo e responsabile dell’attività di musicoterapia della RSA, «restituisce al paziente fatti, episodi e circostanze altrimenti sommersi dalla malattia e perduti per sempre. Stimolare la memoria del cuore facendo emergere i ricordi personali è fondamentale nei pazienti geriatrici nei quali, spesso, la demenza compromette in maniera determinante le funzioni mnesiche».

 

L’utilizzo della musicoterapia si inserisce nell’ambito della consapevolezza acquisita di recente circa l’importanza degli approcci non farmacologici e riabilitativi sul controllo del decorso della demenza ed il mantenimento delle facoltà/capacità residue. Ciò è possibile perché la musica sembra rivelarsi una via di accesso privilegiata per contattare direttamente il cuore dei pazienti che preservano intatte abilità e competenze musicali fondamentali (intonazione, sincronia ritmica, senso della tonalità) nonostante il deterioramento cognitivo dovuto alla malattia. «L’intervento musicoterapico», continua Avincola, «mira allo sviluppo di un contatto con il mondo interiore del malato per poi amplificare la relazione con il mondo esterno tramite il canale emotivo, l’unico che in pazienti affetti da demenza rimane inalterato».

 

Da Claudio Villa a Nilla Pizzi, da Domenico Modugno a Gino Paoli, dall’Ave Maria di Schubert al canto degli alpini i ricordi affiorano: le feste da ballo, papà che non voleva, il giorno del matrimonio. L’esercitazione cognitiva a cui gli ospiti sono sottoposti è nutrita di emozioni, di ricordi e diventa via via scambio e contatto. Anche se per pochi momenti queste persone relegate spesso in un silenzio da cui è difficile scuoterli, ritornano a vivere e si riconoscono.