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Alzheimer: dall’IRCCS San Raffaele Pisana un nuovo studio sulla ricerca dei segni premonitori

13 Settembre 2012

Sotto la lente di ingrandimento cavallucci marini e onde elettromagnetiche

Cavallucci marini e onde elettromagnetiche per scovare i segni premonitori dell’Alzheimer, una delle malattie più devastanti del XXI secolo che colpisce oltre 600 mila individui in Italia e 25 mln nel mondo.

 

Per cavalluccio marino si intende l’ippocampo, un’area del cervello simile nella forma all’animale marino, fondamentale nell’elaborazione dei ricordi. Numerosi studi anche italiani hanno dimostrato che la misurazione nel tempo del suo volume rappresenta un marcatore estremamente sensibile della presenza di demenza di Alzheimer e della rapidità della sua evoluzione.

 

Gli ultimi sviluppi in merito al tema sono stati presentati da un gruppo di ricercatori dell’IRCCS San Raffaele Pisana nel corso dell’ XI Congresso Nazionale Associazioni Fatebenefratelli per la Ricerca (AFaR) tenutosi a Brescia dal 10 al 12 settembre.

Il gruppo di ricerca internazionale, coordinato dal neurologo Giovanni Frisoni, ha presentato uno studio per la definizione degli standard di misurazione dell’ippocampo. “La disponibilità di un Protocollo standard – ha spiegato Frisoni – contribuirà a validare i nuovi criteri diagnostici della malattia di Alzheimer e ad incoraggiare il loro uso, oltre che a favorire il confronto sugli effetti delle terapie farmacologiche”.

 

Indizi sulla progressione dei processi degenerativi del cervello, secondo il gruppo di studio, arrivano anche dalla misurazione delle onde elettromagnetiche dell’attività cerebrale.

La ricerca dei segnali premonitori della malattia sta diventando sempre più urgente perché si è visto che i pochissimi farmaci a disposizione hanno più efficacia e più tempo d’azione se si somministrano precocemente.