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Ansia e vacanze, alla scoperta di un legame inaspettato…

4 Maggio 2006

L’inizio della primavera e delle vacanze, lunghe o brevi come i ponti appena trascrosi, non sono così salutari e piacevoli per il nostro corpo come si potrebbe pensare: al contrario, sono considerate situazioni a rischio per un attacco di emicrania. Non a caso il cambio di stagione primaverile mette in ansia una persona su cinque tra quanti soffrono di emicrania e circa l’80% di queste teme i preparativi del viaggio, il cambiamento dei ritmi di vita e gli spostamenti, in quanto possibili motori della crisi. E’ quanto emerge da un recente sondaggio condotto sul sito specializzato (www.miscoppialatesta.it) del quale il prof. dell’IRCCS San Raffaele Pisana è curatore scientifico. Al sondaggio hanno risposto complessivamente 879 persone, in quattro casi su cinque di sesso femminile,  e di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Il passaggio di stagione è dunque stato identificato come elemento in grado di peggiorare le condizioni di chi soffre di emicrania, anche se nessun periodo dell’anno fa eccezione. A scatenare attacchi di emicrania in autunno ci sono pioggia e umidità, in inverno le escursioni termiche fra gli ambienti all’aperto e al chiuso (34%), in primavera gli improvvisi sbalzi di temperatura (34%), mentre in estate l’aria condizionata, il caldo eccessivo e il sole.

Legate alle stagioni, ci sono anche le vacanze, che, seppur di breve durata, come i ponti delle prossime settimane, possono essere considerate un  roblema dagli emicranici. Circa il 40% degli intervistati teme infatti gli  spostamenti, il 17% il cambio dei ritmi imposto dalle vacanze, mentre poco meno del 15% avverte come potenziale fattore scatenante dell’emicrania i preparativi che spezzano il tran-tran quotidiano. Il “cambiamento”, anche se divertente e utile per ritemprarsi, appare quindi come un possibile elemento di turbamento per chi soffre di emicrania.

“I dati di questo sondaggio – spiega il prof. Piero Barbanti, responsabile dell’Unità per la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione delle Cefalee e del Dolore dell’Irccs San Raffaele di Roma – confermano ancora una volta l’importanza di individuare una terapia efficace che possa spegnere rapidamente l’insorgere dell’attacco, permettendo agli emicranici di affrontare le gioie della vita senza ansie”.

La sola paura della crisi di emicrania è, secondo il sondaggio, un freno pesantissimo al benessere. Nelle donne che hanno risposto, l’emicrania mina la serenità psicologica nel 52% dei casi e solo il 15,4% del campione riesce a mantenere durante l’attacco un atteggiamento positivo. Eppure, “le soluzioni esistono”, continua Barbanti. “Le donne devono imparare a rivolgersi al medico che ha a disposizione farmaci specifici per l’emicrania, come i triptani, che bloccano i sintomi associati, come nausea, vomito, fastidio per luci e suoni, e agiscono proprio sul meccanismo dell’emicrania e non solo sul dolore in generale, come invece fanno i classici fans”.

Ma nonostante esistano le armi appropriate per combattere l’emicrania, ben il 34% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di ricorrere a una terapia analgesica non specifica con farmaci da banco.

”Si tratta di un atteggiamento inutile e pericoloso”, conclude Barbanti. “La cura per l’emicrania deve essere indicata dal medico, perché tale patologia non è un banale ed episodico mal di testa, bensì una vera e propria malattia che, se trascurata o non curata adeguatamente, può decisamente condizionare la vita”.