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Cefalea: Italian Migraine projetct, siglata un’alleanza per l’accesso alle cure e la qualità della vita

27 Febbraio 2014

Barbanti: il disturbo colpisce 6 milioni di italiani e costa 3,5 miliardi al nostro Paese

Scienza e pazienti insieme per il primo “Social Manifesto” in Italia dedicato ai diritti dei soggetti con cefalea. È stato firmato a Roma il 26 febbraio da Sisc, Anircef, Federdolore-Sicd, Federfarma, Lic onlus, Aic onlus, Al.Ce Foundation Onlus, con il patrocinio dell’Associazione di iniziativa parlamentare per la salute e la prevenzione, nell’ambito dell’Italian Migraine Project.

Molti gli obiettivi che il documento si prefigge. Oltre al riconoscimento legislativo della cefalea primaria cronica come malattia sociale, si punta a un sistema di cure più efficiente e personalizzato, differenziato per livelli di gravità. Un progetto che mira anche a un’adeguata informazione e un corretto orientamento all’interno dei servizi sanitari per favorire la necessaria continuità terapeutica. Altre priorità, una maggiore preparazione degli operatori sanitari e la costante applicazione degli standard assistenziali che emergono dalle linee guida e dalle norme di buona pratica clinica su tutto il territorio nazionale.

«La cefalea primaria cronica», spiega intervenendo alla conferenza di presentazione del progetto il Prof. Piero Barbanti, neurologo dell’IRCCS San Raffaele Pisana e Presidente dell’AIC (Associazione Italiana per la lotta contro le Cefalee), «rappresenta la settima causa mondiale di disabilità. In Italia riguarda 6 milioni di soggetti, colpendo circa il 25 per cento della popolazione pediatrica in età scolare. Per comprendere l’entità della patologia, basti pensare che ammontano a 3,5 miliardi di euro i costi diretti (spese mediche, farmaci e ospedalizzazione) e indiretti (mancata produttività e assenteismo). Un problema globale contro il quale, come indicato anche dall’OMS, urge rimuovere barriere di ordine clinico, sociale e politico-economico».

L’Italian Migraine Project si svilupperà in un arco temporale di due anni e darà vita a numerose iniziative, produrrà report informativi ad uso delle istituzioni e della pubblica opinione, oltre a realizzare campagne sociali nell’intento di sensibilizzare pubblica opinione e legislatori sulla necessità di varare una road map nazionale nella quale siano identificate le priorità di intervento.