La cefalea nelle sue forme più gravi è una patologia invalidante, coloro che ne sono affetti hanno difficoltà a svolgere anche le più semplici attività quotidiane e per alleviare il dolore corrono il rischio di abusare di farmaci, in particolare di analgesici, arrivando a veri e propri livelli di intossicazione.
Il Prof. Barbanti, intervistato nella rubrica “Salute in Forma” del TG3, ci ha spiegato che quando il mal di testa supera il normale limite di sopportazione, presenta dei sintomi particolari e non risponde agli antidolorifici, allora è necessario rivolgersi in primo luogo al proprio medico di base per poi contattare uno dei centri specializzati sulle cefalee come quello presente presso l’IRCCS San Raffaele Pisana. Infatti, qualora il paziente abbia abusato di analgesici non è sufficiente una semplice visita specialistica ma diventa necessario il ricovero in modo tale che ogni aspetto della patologia venga analizzato e seguito da un equìpe completa composta dal neurologo, lo psicologo, l’internista ed il fisiatra.
Un corretto percorso di cura prevede anche dei “compiti a casa” tra cui l’aggiornamento quotidiano di un diario su cui annotare quando compare il mal di testa, quanto dura, quanto è forte e cosa potrebbe averlo scatenato.
Esistono ben 150 tipi diversi di cefalea ma è possibile suddividerli in due grandi gruppi: cefalee primarie (emicrania, cefalea di tipo tensivo, cefalea a grappolo) e secondarie.
Il gentil sesso, purtroppo, detiene un triste primato in tema di emicrania, infatti, il rapporto donne/uomini colpiti da questo disturbo si attesta sul valore di 3 a 1.
In ogni caso, volendo delineare un breve identikit dei soggetti a rischio, si può dire che lo stress rappresenti l’elemento caratterizzante. Tutti coloro che abusano di se stessi, trascurano il loro benessere psico-fisico e hanno una bassa qualità di vita posso più facilmente essere colpiti da cefalea.
Per visualizzare l’intervista completa cliccare qui e selezionare la puntata del 6 settembre 2009!
