News > Come prevenire il tumore del collo dell’utero
Il carcinoma del collo dell’utero colpisce in Italia ogni anno circa 3.500 donne, causando ancora oggi molte vittime. Tra i tumori femminili è il secondo per diffusione, essendo preceduto solamente dal cancro al seno, ma è del tutto prevenibile se rilevato e trattato precocemente.
La prevenzione assume un ruolo sempre più rilevante nella vita delle donne di tutte le età, dalle giovanissime, che per la prima volta si interrogano sulla propria sessualità, alle meno giovani che si trovano ad affrontare il periodo della menopausa.
La promiscuità sessuale, l’eterogeneità delle etnie del nostro Paese, l’anticipazione dell’età del primo rapporto sessuale sono fattori influenti sull’aumentata incidenza delle patologie del collo dell’utero.
La dottoressa Eleonora Parlavecchio, ginecologa del Poliambulatorio Specialistico San Raffaele Tuscolana, ci spiega come oggi sia sempre più importante che le donne siano informate in modo chiaro e corretto su quali esami clinici e quali accertamenti strumentali sia utile effettuare periodicamente al fine di monitorare negli anni il proprio stato di salute.
L’esecuzione di una visita ginecologica, preceduta sempre da una corretta ed accurata anamnesi, uno screening citologico (Pap-test) con cadenza annuale, nella fascia d’età tra i 25 ed i 65 anni, ed un ecografia pelvica o transvaginale consentono di arrivare in tempo alla diagnosi scongiurando il pericolo di neoplasie uterine. Attraverso tali esami diagnostici non invasivi e di facile esecuzione è possibile individuare ed isolare, tra gli altri, il Papilloma virus, l’agente patogeno ritenuto responsabile del carcinoma del collo dell’utero.
Questo virus si trasmette primariamente attraverso i rapporti sessuali, attacca le mucose genitali spesso senza provocare segni evidenti e la sua presenza può essere accertata soltanto tramite il controllo specialistico. L’infezione da Papilloma virus è il principale fattore di rischio per l’insorgenza del tumore del collo dell’utero. Non esiste un identikit del paziente a rischio di carcinoma uterino poiché colpisce la popolazione femminile in modo trasversale ed in tutte le fasce d’età.
La diagnosi precoce permette di svelare il tumore allo stadio iniziale e di curarlo con ottimi risultati. Un dato confortante, infatti, evidenzia come negli ultimi 30 anni la sua incidenza sia nettamente diminuita grazie alla prevenzione.