News > Come prevenire il tumore della prostata
Nei paesi occidentali il carcinoma della prostata rappresenta una delle forme più comuni di tumore maligno nell’uomo ed è la seconda causa di morte in assoluto per patologie tumorali, dopo le neoplasie polmonari. Ogni anno 11.000 uomini vengono colpiti da questa malattia; 6.300 di loro muoiono. Eppure basterebbero alcuni semplici esami urologici per effettuare una diagnosi precoce che consenta di migliorarne la terapia e l’evoluzione.
Il cancro della prostata, come ci spiega il dottor Francesco Barrese, Coordinatore e responsabile dell’équipe urologica del Poliambulatorio Specialistico San Raffaele Tuscolana, è una neoplasia che origina generalmente nella porzione periferica della ghiandola prostatica.
E’ considerato un tumore maligno per la sua aggressività e capacità invasiva di generare metastasi verso gli organi vicini. Questa patologia, è poco frequente prima dei 50 anni, e la sua frequenza cresce in modo proporzionale all’invecchiamento, con una età media alla diagnosi di circa 69 anni. E’ del tutto asintomatica ed in molti casi il suo è uno sviluppo subdolo e lento. I sintomi compaiono in modo tardivo ed in uno stadio avanzato della malattia, quando le terapie, pur disponibili, possono rivelarsi del tutto inefficaci. La prevenzione delle patologie prostatiche, dunque, riveste un ruolo essenziale. Passati i 50 anni è indispensabile effettuare annualmente uno screening urologico, in particolare una visita specialistica e il dosaggio sierologico del PSA (Antigene Prostatico Specifico), che si effettua attraverso un semplice prelievo del sangue. Una caratteristica del tumore alla prostata è, infatti, quella di provocare una produzione eccessiva di una sostanza chiamata appunto PSA.
Le cause di questo tipo di cancro sono sconosciute. Sono diversi i fattori che possono intervenire nel suo sviluppo ma la familiarità rappresenta il principale campanello d’allarme, con un rischio specifico aumentato di circa 2-3 volte nei parenti di primo grado. Invece, non è data con certezza l’influenza effettiva di altri fattori di rischio, come la dieta ricca di grassi animali e povera di sostanze antiossidanti (vitamina D, vitamina E, licopene, zinco e selenio), le malattie infettive croniche, l’attività sessuale.
Per completare lo studio della patologia prostatica, è importante, infine, associare una uroflussometria ed una ecografia. Quest’ultimo esame, infatti, mostra eventuali alterazioni grossolane della vescica e della prostata.