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Concerto del Coro di Voci bianche dell’Arcum. Canti di Natale a San Bellarmino

17 Dicembre 2007

Oggi 17 dicembre alle ore 17.00, presso la Parrocchia di San Roberto Bellarmino a Roma, i quaranta bambini del Coro di Voci Bianche dell’Arcum si esibiranno nel concerto “Piccole Voci per un Grande Natale”, organizzato dalla Fondazione Silvana Paolini Angelucci Onlus con il patrocinio del Municipio Roma II. L’evento è gratuito ed aperto a tutti. Parteciperanno, dietro invito dell’Assessorato alle Politiche Giovanili e ai Servizi Sociali, Sanità e Sicurezza del Municipio Roma II e della Fondazione Silvana Paolini Angelucci Onlus, le famiglie del territorio, gli studenti e gli alunni delle scuole romane. Il Coro di Voci Bianche dell’Arcum è stato fondato a Roma nel 1973 da Paolo Lucci che ne è l’attuale direttore. È composto da ragazzi non selezionati provenienti da varie scuole romane. Esegue prevalentemente musica moderna e contemporanea. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e colonne sonore cinematografiche. Per due volte, inoltre, è stato premiato al Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo” e ha effettuato turneès in Francia, Inghilterra e Svizzera. Ha inciso, tra l’altro, per le case discografiche Deutsche Gramophon, Rca e Pentaphon. In questa occasione,  il Coro aprirà il Concerto con “Inno al Creatore”, un brano di Ludwig Van Beethoven. Seguirà “Amor Gesù”, di un Anonimo del XVI secolo. Subito dopo verrà eseguito “Due cori”, di Giulio Cesare Paribeni. I bambini intoneranno poi “Due canti” di Nino Rota, “Tu del Libano il candore” e “Laude alla Vergine”, entrambi di un Anonimo. Di Maurice Duruflè è invece “Tota pulchra es”, a cui seguiranno i brani “Hark! The herald angels sing” di Felix Mendellsohn-Bartholdy, “Dormi dormi bel bambin”, “The first Nowell”, “O du frohliche”, “Dio s’è fatto fanciullo”, tutti di Anonimi. Infine, le Voci Bianche termineranno il Concerto con “Tu scendi dalle stelle” di San Alfonso Maria De’ Liguori, “Les anfes dans nos campagnes” di un Anonimo, “Stille Nacht” di Franz Gruber e “Joy to the word” di Haendel.