News > “Continuità assistenziale nella gestione dell’anziano fragile”: il convegno del San Raffaele
“Anziano fragile”: quali sono i suoi bisogni di salute? Quali i progressi fatti nel campo dell’assistenza sanitaria? Che ruolo hanno le istituzioni e il personale medico nella gestione della più delicata delle età? Di questo, e molto altro, si discuterà nel corso del convegno che si terrà il prossimo 11 aprile presso la Residenza Sanitaria Assistenziale San Raffaele di Borgo San Donato, Sabaudia. L’incontro, dal titolo “Continuità assistenziale nella gestione dell’anziano fragile”, esplorerà a fondo le diverse tematiche connesse a questa tipologia di pazienti, quali ad esempio i problemi di salute ad essi associati, la complessità, sia per il personale sanitario che per i familiari, della gestione e dell’assistenza, la necessità di un approccio multidisciplinare.
Ma chi è l’“anziano fragile”? Per descrivere questa specifica tipologia di pazienti, non basta soltanto il fattore età. A spiegarci questa particolare categoria è il Prof. Massimo Fini, Direttore Scientifico dell’IRCCS San Raffaele: «si tratta di soggetti che, oltre ad aver superato i 65 anni di vita, sono affetti da diverse patologie invalidanti e che impediscono di vivere in piena autonomia. Tra i sintomi di “fragilità” più comuni possiamo individuare, tra gli altri, il graduale declino funzionale e il lento deterioramento dello stato cognitivo, la frequenza di traumi e fratture (specie al femore), insorgenza di diverse malattie croniche. Tra i soggetti con età superiore ai 65 anni, il 50% presenta morbilità croniche multiple, con conseguenti problemi di mobilità o difficoltà nello svolgimento delle attività della vita quotidiana in almeno il 40% dei casi. Dei soggetti con più di 70 anni, il 10 % ha uno stato di salute instabile, è affetto da morbilità complesse e va incontro ad un rapido deterioramento delle capacità fisiche e cognitive».
Il San Raffaele è da sempre in prima linea nella gestione e nell’assistenza dei pazienti più fragili. All’interno di ciascuna delle RSA presenti nel Lazio, Puglia e Sardegna ogni giorno un’équipe multidisciplinare garantisce cure e attenzione agli ospiti più deboli. Proprio a questo scopo, gli esperti del gruppo romano hanno attivato il progetto Sc@rabeo, una nuova metodologia di raccolta dati le cui finalità sono, oltre che l’assistenza dell’anziano complesso e fragile, anche la creazione di un database, integrato e condiviso su più livelli e costituito dalle informazioni cliniche e comportamentali riguardanti il paziente. Il progetto coinvolge 16 RSA tra Lazio, Puglia e Sardegna. Come ha precisato Stefano Bonassi, Responsabile dell’Unità Epidemiologia Clinica IRCCS San Raffaele Pisana: «Sc@rabeo è stato avviato nel gennaio 2013 e rappresenta efficacemente lo sforzo compiuto dall’azienda di combinare ricerca e assistenza per ottenere migliori risultati in entrambi i settori». Si tratta di un nuovo approccio, multidimensionale e cadenzato nel tempo, che come ha spiegato l’epidemiologo, «prevede che ogni paziente ospite delle RSA venga rivalutato ogni 6 mesi, per stimare la variazione delle condizioni generali ed anticipare condizioni che necessitano di eventuale intervento medico o psicologico».
All’incontro del prossimo 11 aprile parteciperanno Stefano Bonassi, Massimo Fini, Paola Fragiotta, Medico di Medicina Generale del territorio (MMG), Quintilio Facchini, Presidente Provinciale FIMMG, Giuseppina Carreca, Direttore Distretto 2 della Asl di Latina, Cesarina Rovere, Responsabile UOS Cad Latina (Unità Operativa di Supporto – Centro Assistenza Domiciliare), Assistenza Protesica, Strutture Residenziali, Raffaella Rossi, Direttore Sanitario San Raffaele Sabaudia, Natale Santucci, Direttore Medico Aziendale, Tiziana Balsamo, Direttore Comunicazione e Marketing e Capo Ufficio Stampa del San Raffaele, Alberto Bertolini, Amministratore Delegato del gruppo.
“Integrazione” è la parola d’ordine. Dalle istituzioni locali alle Asl, passando per medici e operatori sanitari: l’assistenza e la gestione dell’anziano fragile è un compito delicato e complesso che richiede l’attivazione e la collaborazione di diversi soggetti, il cui singolo ruolo risulta fondamentale poiché parte integrante di un processo condiviso. Il convegno dell’11 aprile sarà un’occasione per incontrare da vicino istituzioni, medici e ricercatori coinvolti in questo lavoro, presentare i risultati raggiunti nel settore dal San Raffaele e tirare le somme di un progetto partito da lontano e che ha intenzione di fare ancora molta strada sul sentiero dell’assistenza alle persone più anziane.