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Curare l’emicrania cronica: il San Raffaele tra i partecipanti ad un nuovo studio scientifico

13 Giugno 2012

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’emicrania rientra tra le prime 12 malattie più disabilitanti del genere umano. Ne soffre il 12% degli adulti nel mondo.
In Italia sono 6 milioni a combattere contro il mal di testa. I tre quarti sono donne.
La gravità degli attacchi di emicrania può variare notevolmente ma non è mai lieve; i sintomi tipici comprendono sensibilità a luce, rumore e movimento e nausea e vomito in aggiunta al mal di testa.

 

Queste persone sono costrette a vivere una condizione invalidante, dove un singolo episodio può durare per ore o giorni interi, tanto da impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane.

E’ proprio per dare una speranza a queste persone che l’IRCCS San Raffaele Pisana, insieme ai più grandi Centri Italiani che si occupano di Cefalee e Dolore, è parte attiva del  Progetto MIGROS/RELIEFit per la neurostimolazione del nervo grande occipitale nei pazienti affetti da Emicrania Cronica Farmacoresistente.

“Lo studio, primo caso al mondo, – ci spiega il Prof. Piero Barbanti, responsabile del Centro per la Cura delle Cefalee e del Dolore del San Raffaele – consiste nell’osservazione di pazienti sofferenti di emicrania cronica, selezionati in maniera assolutamente rigorosa, che verranno sottoposti ad intervento chirurgico per impiantare un neuro stimolatore del nervo grande occipitale, che trasmetterà impulsi elettrici volti a desensibilizzare i nuclei cerebrali iperattivi nella cefalea cronica, quali il complesso trigeminocervicale”.

 

“L’obiettivo – prosegue il Prof. Barbanti – è conseguire una riduzione significativa del numero di giorni in cui questi pazienti accusano emicrania, oltreché l’attenuazione del dolore percepito”. 

Questo studio, promosso e coordinato dal Prof. Guido Fanelli, estensore delle legge 38 del 10 marzo 2010 sulle Cure Palliative e Terapia del Dolore, prevede il reclutamento di 100 pazienti in tutta Italia.

Al San Raffaele, così come al Centro Besta di Milano e al Centro Cefalee dell’Ospedale di Parma, toccherà la gestione dei casi più complicati. I Centri coinvolti nel progetto si occuperanno in sinergia della selezione del paziente e del follow – up successivo all’intervento.

 

“Vogliamo ribadire con fermezza che chi soffre di mal di testa cronico non può e non deve rassegnarsi – conclude il Prof. Barbanti – Oggi ci sono prospettive alternative per agire in maniera extrafarmacologica, per aiutare quei pazienti a cui le terapie farmacologiche non fanno più effetto”.

Questo studio ne è un esempio.