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Emicrania cronica, una cura possibile grazie agli studi dell’IRCCS San Raffaele Pisana

18 Settembre 2012

Contro mal di testa e cefalea, sul tavolo verde della cura, il San Raffaele cala un poker

Assumere più di 13 analgesici al giorno può non bastare a far smettere di pulsare il dolore sordo della testa che accusano gli emicranici cronici farmacoresistenti, il 4 per cento della popolazione mondiale. Ma, contro il male, sul tavolo verde della cura quattro mani calano un poker. Sono quelle dei proff. Piero Barbanti e Alberto Pierallini, dell’Unità per la cura e ricerca su cefalea e del dolore e del Dipartimento di diagnostica per immagini del’IRCCS San Raffaele Pisana. Dei due ricercatori, infatti, è stato pubblicato uno studio sull’ultimo numero della rivista Headache, organo ufficiale della Associazione Americana per le Cefalee.

 

«L’ipotesi», spiega Barbanti, «è che la causa o concausa della cronicità possa essere rappresentata da  una elevazione non clinicamente manifesta della pressione liquorale, ovvero ipertensione endocranica benigna senza papilledema». «Questa», continua il ricercatore, «a sua volta è responsabile dello “schiacciamento” del seno venoso trasverso e del conseguente stiramento doloroso delle terminazioni algogene meningee».

Ma quali prospettive apre questa scoperta per i pazienti? «Questi soggetti, autentici “cefalalgici terminali”», argomenta ancora Barbanti, «potranno essere curati attraverso una terapia efficace consistente in una sottrazione liquorale mediante puntura lombare».

 

Lo studio, condotto su 83 pazienti affetti da emicrania cronica farmacoresistente con dipendenza da analgesici riabilitati tra il 2006 ed il 2008  presso l’IRCCS di via della Pisana, ha anche svelato una possibile conseguenza dell’aumento della pressione liquorale oggetto dell’analisi. «Un’asimmetria marcata dei seni venosi cerebrali», osservano all’unisono i due professori, «è possibile espressione di un aumento della pressione del liquor alla base delle emicranie croniche farmacoresisitenti». I fatti lo dimostrano, sottoponendo infatti i soggetti dello trial ad angioRM, con analisi dettagliata dei seni venosi cerebrali effettuata con tecnica 3D-PC, si è rilevata un’alta frequenza di asimmetrie dei seni traversi, il 50.6 per cento a fronte della media del 20 per cento della popolazione generale».

I risultati dell’equipe del San Raffaele sono brillanti, ma si riuscirà a mai sconfiggere in modo definitivo il mal di testa? La strada è quella giusta ma occorre ancora del tempo, tutti i mariti sono avvisati.