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Parkinson: le terapie farmacologiche viaggiano in tandem con la riabilitazione

26 November 2021

Oltre alle terapie farmacologiche è importante prevedere un percorso di riabilitazione che possa migliorare la qualità di vita e ritardare il decorso del morbo di Parkinson, malattia neurodegenerativa che progredisce in modo lento e coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio.


Per contrastare il Parkinson, a cui è dedicata una giornata nazionale, che cade l’ultimo sabato del mese di novembre, la ricerca continua ad essere molto attiva. Intanto è già chiaro che un approccio multidisciplinare può diventare l’elemento che segna la differenza in termini di efficacia. “Una equipe composta da: neurologi, fisiatri, psicologi, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, infermieri, assistenti sociali e l’esecuzione di una serie di approfondimenti clinici, tra cui l’esame neurologico-fisiatrico e l’esame neuropsicologico, permettono di individuare un percorso riabilitativo personalizzato. – spiegano il prof. Marco Franceschini e Sanaz Pournajaf, rispettivamente coordinatore e ricercatrice dell’Area di Ricerca Robotica Riabilitativa dell’IRCCS San Raffaele Roma – L’intervento riabilitativo è volto in generale al recupero delle funzioni neuro-motorie e cognitive, e del linguaggi, o con il principale obiettivo di aumentare l’autonomia nelle attività della vita quotidiana garantendo una migliore qualità della vita alla persona”.


Oggi, la riabilitazione può avvalersi dell’esperienza e delle competenze di professionisti che praticano terapie tradizionali e robotiche.


Riabilitazione delle funzioni neuro-motorie 

La riabilitazione neuro-motoria della persona con morbo di Parkinson è un costante e sistematico ri-allenamento al movimento, il quale contrasta la lentezza, la scarsa fluidità e la mancanza di coordinazione del movimento utilizzando la ripetizione di diversi esercizi ben finalizzati. La rigidità e il rallentamento motorio comportano modificazioni della postura (atteggiamento in stazione eretta), della deambulazione e dell’equilibrio in generale, con ripercussioni anche a livello della colonna vertebrale e delle singole articolazioni che si issano in posizioni viziate. “L’esercizio – spiega il prof. Franceschini – mira a correggere questi atteggiamenti e a prevenire l’insorgere di patologie dolorose a carico dei vari segmenti ossei. Inoltre, una particolare attenzione dell’intervento riabilitativo è posta ai disturbi dell’equilibrio e del cammino (ad esempio: freezing del passo). Sono infatti disturbi associati a un rischio maggiore di caduta che possono quindi determinare un significativo peggioramento delle condizioni di salute del paziente. Tuttavia, il miglioramento della performance neuro-motoria trasmette una maggior sicurezza alla persona nel movimento con un conseguente miglioramento anche del tono dell’umore e una riduzione dell’ansia”.

 

Approccio Tradizionale

Le metodiche tradizionali della riabilitazione neuro-motoria per i casi di Parkinson – afferma la ricercatrice Pournajaf – prevedono i seguenti esercizi:

  • Esercizi di allungamento e di mobilizzazione (passivi, attivo-assistiti e attivi) che hanno la finalità di prevenire le retrazioni muscolo-tendinee a carico delle singole articolazioni e l’insorgenza di patologie dolorose ossee oltre al miglioramento del range articolare e la correzione degli atteggiamenti posturali viziati.
  • Esercizi funzionali: hanno la finalità di migliorare la capacità di cambiare posizione (sdraiata, seduta, in piedi) e di compiere gesti della vita quotidiana (ad esempio girarsi nel letto).
  • Esercizi di controllo del tronco e di equilibrio: sono utili per migliorare l’equilibrio, il controllo posturale e a ridurre il rischio di cadute.
  • Esercizi di coordinazione anche attraverso stimoli di tipo visivo, uditivo o propriocettivo, tesi al miglioramento della fluidità e della precisione del movimento.
  • Esercizi respiratori, per i muscoli respiratori e ottenere migliori parametri vitali.
  • Esercizi allo specchio (anche di gruppo) per la mimica facciale, cercando quindi di contrastare l’ipomimia

 

Riabilitazione Robotica

 

È un percorso terapeutico ad alta specialità che utilizza tecnologie innovative per la riabilitazione. L’IRCCS San Raffele Roma ha una palestra dedicata attrezzata con una vasta gamma di macchinari funzionali alla riabilitazione neuromotoria utilizzati anche per pazienti parkinsoniani:

  • G-EO System è un sistema robotico per il training del cammino attivo-assistito con lo sgravio del peso. Permette di combattere l’affaticamento e aumentare la resistenza durante il cammino integrato con un sistema di bio-feedback visivo per il riapprendimento di un corretto schema del passo. Uno studio clinico ha dimostrato l’impatto positivo di questo sistema sulla riduzione del freezing del passo”.  

 

  • VRRS EVO – Virtual Reality Rehabilitation System offre una vasta gamma di esercizi sia per la riabilitazione degli arti superiori e inferiori, sia per la riabilitazione delle funzioni cognitive che del linguaggio, in ambienti di realtà virtuale non-immersiva e semi-immersiva. La realtà virtuale richiede una partecipazione attiva da parte del paziente stimolando l’attenzione della persona attraverso i giochi seri e bio-feedaback visivi ed uditivi con l’obiettivo di migliorare la performance motoria del paziente in termini di coordinazione e precisione.

 

  • Nirvana è un sistema di realtà virtuale che permette di fare esercizi in un ambiente virtuale totalmente immersivo e ludico migliorando la fluidità del movimento ma anche il controllo posturale e dell’equilibrio.

 

  • OAK – ELDERLY CARE  è un macchinario sofisticato per riabilitazione dell’equilibrio in massima sicurezza, con esercizi mirati al miglioramento del controllo del tronco e della postura.

 

  • Hunova è studiato per la prevenzione e/o riduzione del rischio delle cadute e per il recupero del controllo del tronco, equilibrio e controllo posturale sia in posizione seduta che in piedi.

 

Riabilitazione delle Funzioni Cognitive  

La riabilitazione cognitiva delle persone con malattia di Parkinson è gestita dal neuropsicologo e dal logopedista. I pazienti presentano alterazioni dell’attenzione, della memoria e delle funzioni esecutive che consentono l’attuazione di strategie per svolgere azioni ed eseguire compiti in condizioni nuove e impegnative. Ricerche recenti hanno anche documentato una stretta relazione tra deficit cognitivi, delle funzioni esecutive e disturbi del movimento. “In questo ambito, i percorsi riabilitativi prevedono anche l’uso di strumenti informatici – spiega ancora il prof. Marco Franceschini – e realtà virtuale, attraverso dei giochi seri e bio-feedback sensoriali (visivi e uditivi) che stimolano le funzioni cognitive in un contesto ludico e motivante, richiedendo la partecipazione attiva da parte del paziente”. 

 

Riabilitazione Logopedica

Per Disturbi Comunicativo-Linguistici (alterazioni di tipo fono-articolatorio)

I cambiamenti legati al linguaggio e la consapevolezza della loro presenza, possono influenzare il modo in cui il paziente con Parkinson si sente a proprio agio nel parlare. Questo evidenzia l’importanza di inviare il paziente velocemente e per tempo all’attenzione del logopedista, per alcuni di trattamenti, come:

 

  • attività di rinforzo dalla muscolatura oro-linguo-facciale
  • potenziamento della qualità vocale
  • attività di fono-articolazione
  • esercizi per le alterazioni della scrittura

 

Per Disturbi della Deglutizione 

L’alterazione della coordinazione dei muscoli deglutitori causa frequentemente deficit di deglutizione nel paziente con MP. Alcuni dei segni associati, come la scialorrea (ipersalivazione o incremento della quantità di saliva nella bocca), sono molto fastidiosi e possono perfino inibire le relazioni sociali. Disturbi di deglutizione comportano anche rischi gravi, come il soffocamento per la caduta di cibo in trachea, polmoniti ab ingestis o tracheiti. In questo contesto, l’intervento riabilitativo è tipicamente seguito dal foniatra e dal logopedista.

 

Terapia Occupazionale

La terapia occupazionale ha un ruolo fondamentale per il reinserimento lavorativo e sociale del paziente. L’intervento del terapista occupazionale è finalizzato al miglioramento della capacità di gestire autonomamente le attività quotidiane, attraverso l’apprendimento di strategie più funzionali. In ambienti specificatamente allestiti è possibile addestrare i pazienti ad un adeguato reinserimento domiciliare o lavorativo, utilizzando normale attrezzatura domestica o ausili computerizzati. Ad esempio, l’adozione di posate e spazzolini con manici più grandi, per facilitarne l’impugnatura, o particolari accorgimenti per vestirsi da seduto.