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Esperienza nel post-sisma nella RSA di Borbona

30 Maggio 2018

Il Prof. Natale Santucci tra i relatori del Convegno Sindem AIP Lazio 2018 su eventi catastrofici e salute dell’anziano

Una due giorni dedicata alla salute dell’anziano in relazione al verificarsi di eventi catastrofici: si è svolto in un territorio emblematico come quello reatino il Convegno Sindem AIP Lazio 2018 che ha fatto tappa ad Amatrice (25 maggio) e Rieti (26 maggio). Trascorsi ormai quasi due anni dal sisma del 24 agosto 2016, è tempo di passare in rassegna gli effetti demografici e sociosanitari apportati dalla calamità e di analizzare il ruolo dei soggetti attivi nell’area coinvolta.

Non poteva mancare la testimonianza della RSA San Raffaele Borbona, rimasta perfettamente agibile nonostante la prossimità  al territorio del cratere sismico, e per questo investita immediatamente da una richiesta di “trasformazione funzionale” repentina e drammatica. A fare da portavoce, il Prof. Natale Santucci, Direttore Medico Aziendale San Raffaele SpA, intervenuto nel corso del convegno con una relazione dal titolo “Esperienza nel post-sisma nella RSA di Borbona”.

«Di fatto la struttura si è trasformata in un posto medico avanzato», ha spiegato il Prof. Santucci, «dove il susseguirsi di ambulanze per il ricovero ha avuto inizio alle ore 5:30. Lo stupore e la sorpresa, uniti all’angoscia per gli accadimenti e per le notizie che di minuto in minuto si andavano susseguendo, hanno provocato una risposta di reazione di tutto il personale, determinando un assetto organizzativo della Struttura che ha permesso sin dal primo momento la presa in carico di soggetti provenienti dall’area colpita».

Nel periodo che va dal 24 agosto 2016 al marzo 2017, sono stati ammessi 129 ospiti, di età compresa tra i 17 e oltre i 90 anni, provenienti dai comuni di Amatrice, Accumoli, Borbona, Posta, Rieti, Leonessa, Cittareale, Montereale, Cittaducale, Roma, Albano Laziale, Castel Sant’Angelo, Contigliano, Fiamignano, Marsala, Norcia.

Più colpite le fasce d’età tra gli 80 e i 90 anni (66 pazienti), superiore ai 90 (25 pazienti) e tra i 71 e gli 80 (19 pazienti): «da ciò è derivato l’incontro tra due mondi di pazienti fragili», ha raccontato il Prof. Santucci, «ovvero coloro già presenti in struttura per un ricovero ordinario in RSA per problemi socio sanitari e coloro che sono invece giunti perché colpiti da un evento destrutturante l’assetto psico-fisico, in molti casi evoluto verso un quadro che possiamo definire come sindrome post-traumatica da stress o PTSD, cioè l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono a un evento traumatico, catastrofico o violento».

Oltre a garantire, infatti, con il personale sanitario della Struttura e la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Medici dell’Emergenza, l’assistenza strettamente sanitaria, è stata sviluppata una intensa attività di sostegno ai pazienti e ai loro familiari, anche attraverso attività ludico-ricreative, di supporto psicologico e morale.

Persone deprivate in un attimo di abitazioni, di congiunti e di tutti i beni materiali e morali posseduti fino a un momento prima, hanno trovato conforto in una nuova famiglia sotto il tetto del San Raffaele Borbona, presso cui persino Papa Francesco, il 4 ottobre 2016, ha voluto fare tappa nel corso della sua visita alle popolazioni terremotate. Tra una carezza e una preghiera, il Pontefice ha potuto raccogliere le toccanti storie degli ospiti della struttura e degli operatori da cui sono stati assistiti.

«L’attenzione verso la popolazione anziana e ai suoi bisogni prevalenti», ha concluso il Prof. Santucci, «costituisce uno degli aspetti fondanti nelle attività del Gruppo San Raffaele S.p.A. che nella Regione Lazio gestisce da diversi anni 6 RSA. Una vocazione che, come recita il nostro messaggio ispiratore, mira ad aggiungere vita agli anni e non solo anni alla vita».