“Identificare le fasi precocissime della malattia è fondamentale”, spiega il Prof. Rossini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele Roma, “il cervello infatti, risulta ancora ricco di riserve neurali che gli permettono di sfruttare al massimo l’efficacia del farmaco”, bloccando la formazione di placche betamiloidi sul cervello.
I test, effettuati dalla casa farmaceutica Biogen, hanno mostrato, nei pazienti con i primi sintomi della malattia, ovvero perdita di memoria e prime difficoltà nel ragionamento, una riduzione di queste placche.