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Focus sul “mal di schiena” con la Dott.ssa Antonella Pantalissi del Centro MR 3000

6 Febbraio 2012

La lombalgia, il comune “mal di schiena”, è il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale; qualora si irradi all’arto inferiore viene indicato come lombosciatalgia.

Rappresenta un disturbo estremamente diffuso ed un evento spesso gravemente disabilitante per l’individuo quando non è più in grado di svolgere anche le comuni attività quotidiane.

Alla Dott.ssa Antonella Pantalissi, Direttore Tecnico del Centro di fisioterapia e kinesiterapia MR 3000, abbiamo chiesto di fornirci maggiori informazioni su cause, terapie e trattamenti di una patologia che colpisce una ampia fascia della popolazione ed è spesso associata a comportamenti ed abitudini di vita non corretti.

 

 

Esistono dei fattori di rischio, ovvero dei fattori predisponenti alla lombosciatalgia?

 

“Numerose condizioni, come l’età, il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà, l’esercizio fisico, i fattori psicosociali, la movimentazione dei carichi, il mantenimento protratto della posizione seduta (guida degli automezzi pesanti), e della stazione eretta, l’esposizione prolungata alle vibrazioni (attività lavorative che richiedono l’uso di apparecchiature vibranti, trapani, martelli pneumatici), predispongono gran parte della popolazione dei Paesi Occidentali a sviluppare uno o più episodi di lombalgia.”

 

Questi sono i fattori di rischio: ma quali sono le cause dirette della patologia?

 

“Le cause sono molteplici: malattie degenerative (come l’artrosi, l’osteoporosi e la stenosi del canale spinale), malattie del disco (protrusione, ernia), instabilità vertebrale (spondilolistesi), dismorfismi della colonna (scoliosi, cifosi, iperlordosi), malattie reumatiche (Artrite Reumatoide, Spondilite Anchilosante), traumi (fratture vertebrali, strappo muscolare lombosacrale), tumori, dolori riferiti da patologie gastrointestinali, urologiche e ginecologiche.”

 

Cosa fare quando si sospetta una lombosciatalgia?


“E’ bene rivolgersi allo specialista che, dopo un’accurata anamnesi e l’esame clinico, completerà la diagnosi con gli esami strumentali che riterrà più opportuni (radiografie della colonna lombosacrale standard in 2 proiezioni con eventuale aggiunta delle proiezioni oblique e funzionali; TC e RMN), e con l’esame elettromiografico (EMG) utile nell’approccio al paziente affetto da lombosciatalgia.”

 

Una volta fatta la diagnosi, a che trattamenti è possibile sottoporsi e con quali obiettivi?

 

“Il trattamento ha come obiettivi il sollievo sintomatico dal dolore e la prevenzione della disabilità. A tal fine, in fase acuta, sono indispensabili i farmaci analgesici antinfiammatori (Paracetamolo, FANS), se non controindicati, mentre il riposo a letto prolungato è fortemente sconsigliato. Utili possono essere le terapie fisiche antalgiche come la TENS, l’ultrasuonoterapia, la magnetoterapia, la laserterapia e la TECAR. Molto efficace nel dolore e nelle contratture muscolari è anche la mesoterapia antalgica. Nelle lombalgie croniche possono essere indicate oltre alle terapie fisiche le manipolazioni, ma certamente risultano essere molto utili  nel miglioramento del dolore e della funzionalità, l’esercizio fisico, l’esercizio terapeutico, le terapie comportamentali con interventi educativi e correzione di eventuali posture scorrette. Spesso non ci accorgiamo di come stiamo seduti mentre lavoriamo al computer o leggiamo, di come solleviamo i pesi da terra o come effettuiamo i lavori domestici. In tutti questi momenti sollecitazioni eccessive possono gravare sulla colonna vertebrale. E’ quindi fondamentale imparare a tenere sempre una corretta postura e un buon allenamento funzionale per svolgere le attività lavorative e domestiche. Il trattamento riabilitativo della colonna lombare, eseguito da personale specializzato, svolge un ruolo importante nel raggiungimento di questi obiettivi in quanto è finalizzato all’apprendimento di specifici esercizi di stretching e rinforzo muscolare degli addominali e dei muscoli dorso-lombari che il paziente può anche ripetere autonomamente a casa propria.”