News > Gli obiettivi dell’Unità di Area Critica di Riabilitazione Respiratoria dell’IRCCS San Raffaele Pisana
Il dottor Vittorio Cardaci è stato chiamato a gestire una tipologia di paziente con competenze di alta specialità insieme ad un grado di mortalità altissimo, infatti l’Unità di Area Critica della Riabilitazione Respiratoria dell’IRCCS San Raffaele Pisana è una delle poche realtà nel nostro territorio, insieme al San Raffaele Velletri, che accetta pazienti con insufficienza respiratoria provenienti dalle rianimazioni degli altri ospedali.
Questi sono pazienti intubati, tracheotomizzati e ventilati, che non devono più stare in rianimazione, ma che hanno necessità di cure molto particolari: per tutti loro, il grande obiettivo del dottor Cardaci, è preservarne la dignità.
Intervista
Dottor Cardaci, come raggiunge questo difficile obiettivo di dare dignità ai pazienti?
Viene dato il massimo e con un approccio umano molto particolare.
In altre parole: nel gestire questo tipo di pazienti, è presente un’assistenza altamente qualificata accompagnata da una forte componente di umanità.
Ci può fare un esempio?
Quando si ha di fronte un paziente affetto da una patologia respiratoria così grave bisogna mettere in conto anche la possibilità di non farcela, si deve assumere la consapevolezza che il paziente può morire e i suoi familiari già gravati da una situazione molto difficile accumulare ulteriori sofferenze.
Molti di questi pazienti purtroppo muoiono male, ma per evitare che ciò accada devono essere assistiti con affetto, competenza e costanza.
Penso che sia per questo che spesso ricevo lettere di familiari di pazienti che nonostante siano deceduti ci tengono a ringraziarmi per le cure amorevoli e l’assistenza continua in un momento tanto difficoltoso per tutti loro.
Nel reparto ci sono realtà anche differenti da quelle appena descritte?
Sicuramente si.
E in questi casi quali sono gli obiettivi principali che possono essere raggiunti?
Noi lavoriamo su molti fronti.
Persone con differenti tipi di disabilità comunque tutte derivanti da una patologia respiratoria grave, che attraverso la riabilitazione possono migliorare la qualità della propria vita anche quando questa è stata messa a dura prova.
Tipo?
Sono tutti piccoli grandi traguardi che per chi non ha subito una tracheotomia possono sembrare semplicissimi.
Gesti naturali che per questo tipo di pazienti possono fare la differenza.
Può farci un esempio anche in questo caso?
Ricominciare a mangiare, respirare da soli, alzarsi dal letto e fare alcuni passi, o anche semplicemente stare seduti su una carrozzina senza avere più “paura”!