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HALT2: Pubblicati i dati italiani dello Studio su infezioni e uso di antibiotici nelle strutture residenziali per anziani

10 Aprile 2014

Anche il San Raffaele Trevignano partecipa al progetto europeo

4,5 milioni di episodi di infezioni ogni anno. Questo il dato che fotografa lo stato delle infezioni ospedaliere in Europa. Tra i soggetti più esposti gli anziani, ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, che spesso, proprio a causa dei frequenti ricoveri ospedalieri sono vittime di infezioni causate da microrganismi antibiotico-resistenti. Un problema rilevante, sicuramente collegato allo stato immunitario del paziente ma anche alle procedure preventive messe in atto dalle strutture sanitarie.

A puntare i riflettori sulla prevenzione ci pensa lo studio Halt2 (Healthcare associated infections and antimicrobial use in European long-term care facilities/2), il secondo studio europeo sulle infezioni correlate all’assistenza e uso di antibiotici nelle strutture residenziali per anziani, promosso dallo European Center for Disease Prevention and Control (ECDC).

Scopo dell’indagine: determinare il numero di anziani che sono colpiti da infezioni e individuare le modalità per ridurne l’incidenza.

Tre sono le raccomandazioni di HALT per ridurre le infezioni: disporre in ciascuna struttura di dati sulle infezioni; promuovere l’uso di pratiche assistenziali “sicure” attraverso programmi formativi e di audit; individuare i casi di uso non appropriato di antibiotici.

L’Italia ha partecipato a questo studio – coordinato a livello nazionale dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia Romagna su mandato del CCM (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie) del Ministero della salute – con un campione di 235 strutture volontarie provenienti da 11 regioni. Tra le strutture partecipanti, anche l’RSA del San Raffaele Trevignano.

«Le infezioni correlate all’assistenza e la diffusione di microrganismi antibiotico-resistenti nelle strutture residenziali per anziani rappresentano un fenomeno rilevante», afferma Simona Vicenzo, coordinatrice dell’indagine presso il san Raffaele Trevignano, «che può però essere contenuto adottando misure specifiche di prevenzione e controllo e promuovendo l’uso responsabile degli antibiotici».

«La formazione del personale sanitario», conclude, «è il punto dolente: HALT 2 ha rilevato che solo nel 45% dei casi in esame c’era stato un percorso formativo sul tema l’anno precedente. È quindi essenziale la promozione continua di programmi di miglioramento, e in generale un’attenzione persistente al tema della qualità dell’assistenza».