News > HALT2: Pubblicati i dati italiani dello Studio su infezioni e uso di antibiotici nelle strutture residenziali per anziani
4,5 milioni di episodi di infezioni ogni anno. Questo il dato che fotografa lo stato delle infezioni ospedaliere in Europa. Tra i soggetti più esposti gli anziani, ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, che spesso, proprio a causa dei frequenti ricoveri ospedalieri sono vittime di infezioni causate da microrganismi antibiotico-resistenti. Un problema rilevante, sicuramente collegato allo stato immunitario del paziente ma anche alle procedure preventive messe in atto dalle strutture sanitarie.
A puntare i riflettori sulla prevenzione ci pensa lo studio Halt2 (Healthcare associated infections and antimicrobial use in European long-term care facilities/2), il secondo studio europeo sulle infezioni correlate all’assistenza e uso di antibiotici nelle strutture residenziali per anziani, promosso dallo European Center for Disease Prevention and Control (ECDC).
Scopo dell’indagine: determinare il numero di anziani che sono colpiti da infezioni e individuare le modalità per ridurne l’incidenza.
Tre sono le raccomandazioni di HALT per ridurre le infezioni: disporre in ciascuna struttura di dati sulle infezioni; promuovere l’uso di pratiche assistenziali “sicure” attraverso programmi formativi e di audit; individuare i casi di uso non appropriato di antibiotici.
L’Italia ha partecipato a questo studio – coordinato a livello nazionale dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia Romagna su mandato del CCM (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie) del Ministero della salute – con un campione di 235 strutture volontarie provenienti da 11 regioni. Tra le strutture partecipanti, anche l’RSA del San Raffaele Trevignano.
«Le infezioni correlate all’assistenza e la diffusione di microrganismi antibiotico-resistenti nelle strutture residenziali per anziani rappresentano un fenomeno rilevante», afferma Simona Vicenzo, coordinatrice dell’indagine presso il san Raffaele Trevignano, «che può però essere contenuto adottando misure specifiche di prevenzione e controllo e promuovendo l’uso responsabile degli antibiotici».
«La formazione del personale sanitario», conclude, «è il punto dolente: HALT 2 ha rilevato che solo nel 45% dei casi in esame c’era stato un percorso formativo sul tema l’anno precedente. È quindi essenziale la promozione continua di programmi di miglioramento, e in generale un’attenzione persistente al tema della qualità dell’assistenza».