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Hospice San Raffaele Rocca di Papa: un servizio sempre più attento

21 Novembre 2005

Coinvolgere i familiari nel percorso assistenziale, renderli consapevoli e partecipi della evoluzione clinica e psicologica della situazione del congiunto, e per quanto possibile renderli autonomi nella gestione del malato di fronte a possibili emergenze in attesa dell’arrivo del supporto medico o infermieristico.  Questi i principali obiettivi della riunione che sabato scorso presso la sala ritrovo dell’Hospice San Raffaele Rocca di Papa ha coinvolto assieme alla dottoressa Maria Silvaroli, responsabile UOCP, e della psicologa Stefania Lo Basso una ventina di parenti di pazienti domiciliari e residenziali della struttura.
L’iniziativa è stata sollecitata e fortemente voluta dal Prof. Vito Ascoli Marchetti, Coordinatore Medico degli Hospice del San Raffaele Rocca di Papa e del San Raffaele Velletri. L’incontro, giudicato in termini estremamente positivi da tutti i partecipanti, ha consentito di fornire indicazioni importanti sulle cure palliative e su alcuni aspetti peculiari, gestione aspetti peculiari della tipologia di malato assistito dall’Hospice San Raffaele  Rocca di Papa, inquadrati sia nella dimensione psicologica e clinica del ricovero sia in quella della gestione del paziente presso la propria abitazione. Proprio a quest’ultimo proposito estremamente efficace ed apprezzata è stata la parte dell’incontro dedicata dalla dottoressa Silvaroli alla “formazione” dei familiari in relazione alle emergenze.

Ai  potenziali care-givers è stato illustrato l’uso di alcuni ausili fondamentali, dalle flebo ai cateteri, alle siringhe, all’approccio a situazioni che escano comunque dalla la sfera della normalità. La dottoressa Lo Basso, dal canto suo, ha affrontato la dimensione psicologica dell’evoluzione del rapporto del paziente con la sua situazione: l’angoscia di fronte alla prospettiva della morte, il possibile atteggiamento di fuga di fronte alla diagnosi infausta e alla conseguente prognosi. La psicologa ha fornito indicazioni pratiche sul modo di relazionarsi con la persona malata, in particolare sull’obiettivo dichiarato di mantenere sempre alta l’aspettativa della stabilizzazione della malattia.
Il clima dell’incontro è stato molto positivo  e il gruppo, esprimendosi sulla possibilità che queste riunioni si ripetano con una frequenza periodica, ha manifestato l’esigenza di  avere dei momenti di ascolto e di supporto nell’ambito del cosiddetto “problem solving” gestionale del paziente.