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Ictus: il nemico della porta accanto

21 Gennaio 2014

Per combattere il nemico è necessario conoscerlo

Louis Pasteur, Richard Nixon, Charles Baudelaire, Winston Churchill, Enrico Berlinguer. Personaggi lontani tra loro, nel tempo e nello spazio, ma che hanno una cosa in comune. Sono tutti vittime dello stesso male: l’ictus cerebrale.
Un nemico silente, che colpisce all’improvviso, spesso senza alcun preavviso. In Italia l’ictus è la terza causa di morte e la prima causa di invalidità. Colpisce ogni anno circa 200mila persone, di queste il 30% muore entro un anno, mentre la maggioranza sopravvive trascinandosi dietro invalidità più o meno gravi.
Dai 55 anni in su la fascia di età più a rischio.

 

L’informazione: un’arma che può salvare la vita

Ictus è un termine latino e significa colpo. La parola di per se dice già tutto: l’ictus infatti arriva in maniera improvvisa, tant’è che anche una persona in salute può accusare sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o peggiorare con il passare delle ore. Il colpo consiste in un’interruzione del flusso di sangue al cervello, che può essere causata da due fattori: ostruzione di un’arteria dovuta alla formazione di un coagulo di sangue o rottura della parete un vaso “ debole” che si rompe e sanguigna nel cervello circostante. Nel primo caso si tratta di ictus ischemico, nel secondo, più grave e potenzialmente fatale, di ictus emorragico.

In entrambi i casi si verifica un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in una determinata area del cervello: i neuroni cerebrali, privati di ossigeno e nutrimento, cominciano a morire. Di conseguenza, le funzioni cerebrali controllate da quell’area, che possono riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro, vengono irrimediabilmente compromesse.

 

TIA, attacchi ischemici transitori

Da non sottovalutare i cosiddetti attacchi ischemici transitori, noti come TIA. Spesso definiti “mini stroke”, sono causati da un “coagulo temporaneo” che ostruisce un’arteria: la sola differenza tra ictus e TIA è che il “blocco dell’arteria” è momentaneo. Il TIA presenta gli stessi sintomi dell’ictus, che si verificano molto velocemente e durano un tempo breve, da pochi minuti ad un’ora, senza però lasciare danni al cervello Un campanello d’allarme importante, quindi, se si tiene conto che circa 1/3 dei pazienti che ha avuto un TIA ha un ictus entro un anno.

ICTUS: FONDAMENTALE L’INTERVENTO TEMPESTIVO

 

FONTI:

www.salute.gov.it/

www.aliceitalia.org/