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Ictus: previeni un nemico silenzioso

15 Giugno 2009

L’Ictus cerebrale in Italia colpisce ogni anno 200 mila persone, di queste 40 mila muoiono, altrettante invece rimangono per sempre invalide. Questa patologia rappresenta ancora oggi la terza causa di morte nei paesi industrializzati. Tuttavia prevenire l’ictus è possibile grazie alla diagnosi precoce e alla correzione dei fattori di rischio.

Le malattie cerebrovascolari rappresentano la seconda causa di morte a livello mondiale.
L’ictus è una patologia trasversale, nel nostro Paese colpisce ogni anno ben 4200 persone sotto i 45 anni di età e costituisce la prima causa di disabilità nell’anziano. E’ quasi sempre conseguenza di una patologia cronica del sistema cardiocircolatorio come l’ipertensione arteriosa o l’aterosclerosi. La presenza di altri fattori di rischio – quali il diabete e la dislipidemia – o di condizioni favorenti – quali l’abitudine al fumo e all’uso di droghe, la familiarità e la sedentarietà, un’errata alimentazione – porta al danneggiamento delle arterie, svolgendo un triste ruolo nell’insorgenza della malattia.

L’aterosclerosi, come ci ha spiegato la dottoressa Laura Capoccia, chirurgo vascolare e membro dell’équipe angiologica del Poliambulatorio Specialistico San Raffaele Tuscolana, è una patologia delle arterie che colpisce a più livelli nel distretto circolatorio. Può diventare particolarmente invalidante quando attacca le coronarie, o arterie del cuore, e le carotidi ovvero i vasi che, assieme alle arterie vertebrali, sono responsabili dell’apporto di sangue al cervello.

La malattia aterosclerotica è caratterizzata dalla presenza delle cosiddette “placche a rischio” ed in questi distretti può comportare una diminuzione di funzione dell’organo irrorato, con conseguenze talvolta letali. La placca carotidea, responsabile dell’insuffi cienza cerebrovascolare, può essere oggi diagnosticata e monitorata facilmente grazie ad una visita specialistica periodica e soprattutto attraverso l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (TSA). Nel caso fosse giudicata “a rischio”, può essere trattata per tempo con metodiche chirurgiche.

La presenza di una placca carotidea, anche se non a rischio di ictus, è comunque la spia di una patologia aterosclerotica che va attentamente inquadrata e, per quanto possibile, corretta attraverso terapie preventive.
Il trattamento prevede la riduzione dei fattori di rischio e l’adozione di terapie mediche e comportamentali atte a riequilibrare lo stato metabolico.

Via libera quindi all’attività fisica, all’utilizzo di una dieta povera di grassi e sale, all’abolizione del fumo e delle droghe, alla riduzione del consumo di alcool. Accanto a questi accorgimenti è bene ricordare che malattie come il diabete, l’ipertensione e la dislipidemia vanno trattate con una terapia medica specifica.