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Il Colonnello Vittori alla Fondazione San Raffaele di Ceglie

22 Novembre 2005

“Il Laboratorio spaziale per il recupero delle disabilità”. Si intitola così il forum scientifico che si terrà il prossimo 21 novembre presso la Sala Congressi della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica  a partire dalle ore 15,00.
Aprirà i lavori la prof.ssa Antonietta Maria Vannini, Direttore Scientifico della struttura dell’ASL brindisina che, unitamente al prof. Paolo Pastacaldi dell’U.O. Chirurgia della Mano e Funzionale dell’Azienda Ospedaliera Pisana, illustrerà ai presenti il ruolo della ricerca spaziale applicata al mondo sanitario.
Seguirà una lettura magistrale del colonnello Roberto Vittori, astronauta dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), e dell’Ing. Valfredo Zolesi, presidente della KAYSER ITALIA, in relazione all’attività di ricerca condotta sulla cinematica del corpo umano nello spazio.

L’incontro, di grande spessore scientifico, rientra nei programmi di studio e di ricerca avviati dal Centro Ricerche della Fondazione San Raffaele e nel caso specifico del progettoDO.MA-NI (in domini manibus) coordinato dalla stessa Vannini in collaborazione  con il professor Paolo Pastacaldi  e l’ingegneria dell’Università di Pisa.
Lo studio, nello dettaglio, è finalizzato al recupero delle abilità manuali nei pazienti colpiti da paralisi dell’arto superiore per lesione medica o traumatica cerebro-spinale mediante la progettazione e realizzazione di un simulatore esterno da applicare all’arto superiore del tetraplegico.
Il progetto prevede un’attenta valutazione della cinematica del corpo umano, ed in particolare dell’arto superiore nelle varie situazioni ambientali incluso l’habitat a gravità differenziata; prevede inoltre lo studio del consumo energetico e della fatica muscolare e consente la formalizzazione di progetti di “allenamento” per lo svolgimento delle singole operazioni motorie, nonché lo studio dei materiali degli elettrodi, degli indicatori e dei programmi da utilizzare.
La ricerca spaziale ha già dato molti suggerimenti al mondo sanitario ed in particolare sull’etiopatogenesi dell’osteoporosi, dell’atrofia muscolare, dei disturbi motori e dei turbamenti emodinamici.
Risulta pertanto fondamentale rivolgere una costante attenzione alla ricerca prodotta dai laboratori spaziali e stabilire una solida alleanza operativa fra i centri di ricerca tradizionalmente ambientati negli spazi sanitari ed i laboratori stessi.
“Tale sinergia operativa – spiega la prof. Vannini – permette di avvalersi non solo degli studi che l’astronauta ricercatore svolge nello spazio, ma anche dei prodotti avanzati che il laboratorio spaziale ha realizzato e continuerà a realizzare, assumendo così un ruolo trainante nello sviluppo della ricerca applicata al mondo sanitario, ed in particolare ai centri dedicati alla cura delle più gravi patologie neuromotorie con la giustificata aspirazione di superare i limiti delle tradizionali procedure riabilitative”.

Risulta pertanto fondamentale rivolgere una costante attenzione alla ricerca prodotta dai laboratori spaziali e stabilire una solida alleanza operativa fra i centri di ricerca tradizionalmente ambientati negli spazi sanitari ed i laboratori stessi.
“Tale sinergia operativa – spiega la prof. Vannini – permette di avvalersi degli studi che l’astronauta ricercatore svolge nello spazio,
svolge nello spazio e dei prodotti avanzati che il laboratorio spaziale ha realizzato e continuerà a realizzare, assumendo così un ruolo trainante nello sviluppo della ricerca applicata al mondo sanitario, ed in particolare ai centri dedicati alla cura delle più gravi patologie neuromotorie con la giustificata aspirazione di superare i limiti delle tradizionali procedure riabilitative”.