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Il dilemma della coscienza: sentire o sentire di sentire

17 Settembre 2007

Negli ultimi mesi il gruppo di lavoro della RAI/LAI del San Raffaele Cassino ha ottenuto una serie di riconoscimenti internazionali inserendosi nel dibattito sulla natura della coscienza e delle attività cerebrali che la sottendono. La rivista Archivies of Neurology, ad alto I.F., pubblicherà un contributo intitolato “The dilemma of consciousness: feel or feel to feeling” (in italiano:“Il dilemma della coscienza: sentire o sentire di sentire”, ndr). “Vi sono numerosi problemi della scienza o anche termini del linguaggio corrente di cui sappiamo tutto tranne che il significato profondo – spiega il dottor Marco Sarà, Responsabile della Riabilitazione ad Alta Intensità della struttura –  Se io dico la parola “tavolo” alludo a qualcosa di cui tutti abbiamo un’esperienza tangibile e condivisibile, se dico “atomo” molto meno. Nel caso della coscienza, si può dire che viviamo tutti nell’illusione di sapere che cosa sia per il solo fatto di identificarci in essa”. Il contributo in press su “Archivies of Neurology” rappresenta una risposta ad una particolare scuola di pensiero. “Attualmente molti ricercatori, e così il grande pubblico, sono interessati alle ricerche effettuate con la PET o la Risonanza Magnetica Funzionale. In questi lavori è possibile vedere parti del cervello che si accendono quando una persona fa o pensa a qualche cosa di prestabilito. Si tratta di un punto di vista tanto intrigante quanto intuitivo: per esempio un titolo come ‘trovati i centri dell’amore’ induce a pensare che quando amiamo ciò possa in qualche modo dipendere dalla funzione di questi centri. Sarebbe come pensare che a sparare con la pistola sia stata la mano e non il suo proprietario”. Ma chi è il proprietario nel caso della coscienza? “È proprio quello che deve essere ancora stabilito. Sappiamo che quando una persona è cosciente è attiva un’area tanto vasta del cervello che si fa prima a dire che cosa non è attivo: in realtà la speranza di localizzare un centro della coscienza, intesa come consapevolezza di sé, è  improbabile. Insieme alla dott.ssa Sacco, alla dott.ssa Pistoia, all’ing. Sebastiano e in collaborazione col gruppo del Prof. Albertini stiamo studiando la funzione dinamica delle strutture cerebrali coinvolte secondo la prospettiva che, oltre ad esserci, debbano lavorare con una dinamica caratteristica dei sitemi naturali sani”.