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Il dott. Felzani: “Il concetto di disabilità deve essere posto sotto una nuova luce”

10 Dicembre 2009

Il San Raffaele Sulmona, con la collaborazione del Comitato Paralimpico Italiano, delle principali istituzioni locali e regionali nonché con il fondamentale apporto di tutti i volontari (tecnici federali e atleti), ha realizzato un Progetto mirato a dare la possibilità a tutti coloro che sono affetti da disabilità di praticare una regolare attività sportiva.
Inoltre questo Progetto, che prevede apposite sessioni di addestramento e la possibilità di partecipare a competizioni regionali e nazionali, non è riservato esclusivamente ai pazienti del San Raffaele Sulmona, ma anche a tutti coloro che nella fase successiva al ricovero oppure indipendentemente da questa vogliano continuare o avvicinarsi al mondo dello sport.
Uno degli Sport interessati dall’iniziativa è il Tennis in Carrozzina, dove l’Italia vanta una tradizione e atleti tra i migliori al mondo. Diffusosi con grande rapidità questo Sport è nato in Italia nel 1987 e conta almeno 150 giocatori, di cui più di un quarto frequenta assiduamente il circuito internazionale.

Ne parliamo con il dott. Giorgio Felzani, Direttore Sanitario della struttura.

Dottore qual è il rapporto tra sport e terapia della disabilità?

Negli ultimi anni l’attività sportiva, da sempre considerata come elemento fondamentale di prevenzione delle più importanti patologie cardio-respiratorie nonché di quelle riconducibili al progressivo invecchiamento della popolazione, ha acquisito un ruolo importante anche nel trattamento delle disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Sempre più spesso nei reparti di Riabilitazione Neuromotoria e nelle Unità Spinale si incoraggia la pratica sportiva, principalmente come terapia, ma poi, in presenza di passione e talento, l’attività si può trasformare in attività agonistica.

Dunque la persona disabile può praticare sport a qualsisi livello?

Oggi non si distinguono più soggetti sani e soggetti malati. Salute e malattia non sono più così nettamente separati: non esiste il sano ed il malato ma piuttosto chi trova forme di equilibrio e di integrazione con il mondo circostante. In questa ottica il concetto di disabilità deve esser posto sotto una nuova luce.

È importante promuovere lo sport tra le persone disabili?

La promozione dello sport nell’ambito della disabilità nel contesto sociale odierno, che a tutti regala poche occasioni di movimento, assume un ruolo sociale di importanza straordinaria. Le sinergie più ampie sono quindi indispensabili per lo sviluppo efficace dell’attività sportiva soprattutto per i cittadini disabili, attraverso la messa a disposizione di tutte le risorse dei soggetti coinvolti e interessati.