News > Il dottor Barrese: “Fondamentale la prevenzione”
E’ poco frequente prima dei 50 anni, e la sua frequenza cresce gradualmente con l’età, con una età media alla diagnosi di circa 69 anni. Il carcinoma della prostata è una patologia molto diffusa nel nostro Paese. Ne parliamo con il dottor Francesco Barrese, Coordinatore e responsabile dell’équipe urologica del San Raffaele Termini, che, nella settimana dal 31 marzo al 4 aprile, sarà a disposizione dei pazienti del San Raffaele Tuscolana che vorranno effettuare una visita specialistica con uroflussometria ed eco-prostatica per verificare il proprio stato di salute.
Dottor Barrese, quali sono le cause del carcinoma della prostata? L’eziologia del cancro della prostata è sconosciuta. Diversi fattori possono intervenire nello sviluppo della neoplasia: tuttavia, accanto ad una evidente familiarità, con un rischio specifico aumentato di circa 2-3 volte nei parenti di primo grado, l’influenza effettiva di altri fattori di rischio, come una dieta ricca di grassi animali e povera di sostanze antiossidanti (vitamina D, vitamina E, licopene, Zinco e Selenio) o le malattie infettive croniche, non è dimostrata con certezza.
La prevenzione è utile per sconfiggere questa patologia?
Certamente sì. Con l’introduzione del programma di screening grazie al dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico), negli Stati Uniti dal 1990 la mortalità per carcinoma della prostata è diminuita. Infatti nel periodo compreso tra il 1993 e il 2003 si è registrata una riduzione media annua del tasso di mortalità di circa il 2,4%. Nel 1993 sono state stimate circa 34.800 morti dovute a tale forma tumorale, mentre nel 2003 ne sono state rilevate 28.900.
In che cosa consiste la settimana dedicata agli uomini al San Raffaele Tuscolana?
Dal 31 marzo al 4 aprile l’équipe medica della struttura sarà a disposizione dei pazienti che vorranno effettuare una visita specialistica ad un prezzo speciale. Compresa nella visita sarà eseguita una valutazione ecografica sovra pubica della vescica e della prostata e una uroflussimetria, al fine di valutare anche eventuali alterazioni morfofunzionali derivanti da quella che è l’altra patologia prostatica di gran lunga più frequente: l’Iperplasia Prostatica Benigna.