News > Il ginocchio: patologie, soggetti a rischio e riabilitazione
Il ginocchio: la più grande e tra le più complesse articolazioni del corpo umano. Dotato di grande stabilità e robustezza, sostiene il nostro peso e tutte le sollecitazioni che si producono sia durante le comuni attività quotidiane, sia, soprattutto, durante l’attività sportiva.
Le patologie traumatiche più frequenti di tale articolazione sono a carico dei menischi, dei legamenti crociati (soprattutto l’anteriore) e dei legamenti collaterali; i soggetti più a rischio sono ovviamente gli sportivi, in particolar modo gli agonisti. Altra patologia molto comune, che colpisce praticamente tutti gli adulti, è l’artrosi che può essere tale da rendere necessario un intervento chirurgico di sostituzione articolare: il cosiddetto impianto di artroprotesi.
Presso l’IRCCS San Raffaele Pisana sono strutturati da tempo dei percorsi ad hoc per la riabilitazione dei pazienti con postumi di interventi chirurgici. «Per ottenere gli obiettivi riabilitativi», spiega il Prof. Valerio Tolli, fisiatra e neurologo dell’Istituto romano «si ricorre a mezzi come la diatermoterapia in modalità resistiva e capacitiva, la magnetoterapia, gli ultrasuoni, esercizi terapeutici manuali individuali, mobilizzazioni passive continue dell’articolazione mediante strumenti programmabili che permettono di recuperare adeguatamente e gradualmente l’escursione articolare, e, infine, esercizi assistiti in acqua (idrochinesiterapia in piscina)».
«Uno degli errori più comuni nella rieducazione funzionale di un’articolazione lesa» sottolinea il neurofisiatra, «è il ricercare sempre e solo il recupero della mobilità articolare e del tono muscolare. Sicuramente sono due caratteristiche fisiche che devono essere rieducate ma insieme ad altri fattori fra cui quello fondamentale della propriocezione». Dal latino “proprius”, “appartenere a se stesso”, è definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista tramite recettori che di continuo inviano ai centri nervosi superiori tutta una serie di informazioni sullo stato di tensione dei muscoli, dei legamenti, delle capsule articolari. In base alle sensazioni ricevute, i centri nervosi superiori inviano poi ai muscoli stimoli per apportare le correzioni del caso sia in statica che in dinamica. «È praticamente questo», asserisce Tolli, «il sistema che regola la postura».
La rieducazione propriocettiva rappresenta uno dei punti forza del progetto riabilitativo dell’Istituto capitolino. Serve a restituire al soggetto “traumatizzato” la capacità di avvertire come le proprie articolazioni sono poste in statica e dinamica, comprendendo che il trauma ha reso instabile il sistema. Infatti nel momento in cui si subisce l’insulto articolare i recettori a livello muscolare e articolare vengono traumatizzati e le sensazioni di tipo propriocettivo vengono alterate rendendo instabile il sistema.
«Esemplificativo» conclude il medico, «è il soggetto che si procura una distorsione alla caviglia che non riesce più a camminare bene sul piede traumatizzato che sposta il peso sull’altro piede e alla fine avverte dolori al ginocchio o alla schiena o in altri distretti corporei. Oppure il medesimo soggetto che malgrado abbia fatto la rieducazione continua a caricare maggiormente dal lato non traumatizzato proprio perché il sistema propriocettivo si è alterato, quindi da informazioni alterate e di conseguenza si hanno risposte alterate». Citando il claim di una memorabile e fortunata campagna pubblicitaria firmata dalla londinese Young & Rubicam potremmo affermare a tal proposito che “la potenza è nulla senza controllo”.