<<Proprio come capita per i progressi conseguiti nella fabbricazione delle automobili commerciali, che sono frutto dei risultati conseguiti in prima battuta per i motori di Formula Uno, il paziente con gravi cerebrolesioni acquisite rappresenta un caso limite per la scienza medica. Una sfida che, se vinta, è in grado di portare i suoi frutti anche in situazioni meno complesse ma non meno impegnative>>. Comincia così il colloquio con
Salvatore Rubino, Direttore Sanitario aziendale di Tosinvest Sanità che con il
San Raffaele Cassino (struttura del gruppo Tosinvest) ha ideato il congresso internazionale sulle gravi cerebrolesioni acquisite in programma a Cassino dal
25 al 28 settembre Perché avete deciso di organizzare un convegno su questo tema?
<<Prima di tutto perché come Tosinvest Sanità sentiamo il bisogno di rimanere fedeli alla nostra missione che è la riabilitazione e cioè quella branca della medicina che mira alla prevenire e ridurre gli effetti invalidanti delle malattie, con il fine di migliorare la qualità della vita in relazione della persona al suo ambiente. La sfida, in questo caso è trovare soluzioni terapeutiche per individui che sono considerati dai più come “casi disperati”, in bilico tra stati di coscienza e coma>>.
Di fronte a certi casi alcuni perdono la speranza, altri sostengono di volere evitare l’accanimento terapeutico…<<All’accanimento terapeutico opponiamo l’accanimento nella ricerca di nuovi percorsi riabilitativi. La riabilitazione, tanto più quella dei casi limite, si rivolge alla persona nel suo insieme. Non si riabilita una sindrome ‘locked in’, che causa una lesione non reversibile, ma si riesce a riabilitare un paziente colpito da sindrome ‘locked in’.
Come?<<Trovando una soluzione per restituirgli la voglia di vivere. Faccio un esempio: nel nostro reparto di Riabilitazione ad Alta Intensità del San Raffaele Cassino ci siamo riusciti permettendo al paziente di iscriversi all’università e mettendolo nelle condizioni di comunicare con i professori attraverso un programma informatico. Questo non sarebbe stato possibile senza la capacità anche creativa del nostro primario, Marco Sarà, che, di fronte a un ‘blocco’ (l’impossibilità dell’individuo di muoversi e comunicare all’esterno) è stato capace di ristabilire una comunicazione e di mettersi in ascolto dei bisogni profondi del paziente individuando una ‘strada’ nuova>>.
Quali sono le diverse chiavi di lettura delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite, viste dal neurologo, dal neurofisiopatologo, dal fisiatra e dagli altri specialisti che affrontano il problema?<<Le misure di prevenzione, i percorsi diagnostici, le risorse terapeutiche e, soprattutto, il processo riabilitativo, presuppongono certamente diversi ambiti di competenza, che però non possono essere rigidamente separati l’uno dall’altro, proprio perché è la persona e la sua relazione con l’ambiente (anche le condizioni di vita dei familiari vengono fortemente intaccate in questi casi) a dover essere riabilitata. Il messaggio che vorremmo dare in questo convegno è che gli esiti di un cerebrale grave devono essere affrontati da un’équipe multidisciplinare, in grado di condividere le conoscenze del sistema (preventivo, diagnostico-terapeutico e riabilitativo). Questo congresso vuole essere l’affermazione di una necessità di stretto coordinamento tre le diverse specialità ed un invito a evitare in tal modo un agire guidato da interventi frammentari e scollegati.
Saranno presenti oltre 120 esperti internazionali…<<Per garantire uno scorrere più rapido dei risultati positivi che si ottengono è importantissimo “correre insieme”. Inoltre, è un dovere condividere con tutti gli addetti ai lavori anche di altri realtà operative nel settore, nazionale ed internazionale, ogni progresso, ogni spunto originale di ricerca e perché in medicina è fondamentale comunicare la bontà di una soluzione e di una scoperta ma è pure necessario un confronto con tutti per dare ai risultati validità e certezza. Tutti questi sono sostanzialmente i motivi ispiratori della manifestazione di a settembre a Cassino non vuole essere la stanca ripetizione dell’ennesimo incontro congressuale: i temi esposti e dibattuti possiedono una vera carica di novità e di originalità, quale pensiamo, sarà l’aspetto più apprezzato da parte degli operatori che, numerosi, vanno chiedendo di partecipare>>.
In Italia i “centri di risveglio” sono ancora troppo pochi…
<<Ci piacerebbe con questo congresso accrescere il livello di attenzione sociale e politico, ai problemi di assistenza che soggetti portatori di queste forme di patologie portano a coloro che hanno la responsabilità di provvedervi e cioè alle famiglie>>.