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Il prof. Addante Coodinatore Sanitario delle RSA in Puglia

5 Febbraio 2007

E’ il prof. Luigi Addante il nuovo Coordinatore Sanitario del Consorzio San Raffaele.

Dal primo gennaio infatti il professor Addante coordina le 11 Residenze Sanitarie Assistenziali pugliesi dopo ben 36 anni di attività presso il Policlinico di Bari. Un’esperienza trentennale, dunque, al servizio della res pubblica ed oggi  l’approdo al mondo privato. Ne abbiamo parlato con lui.

Prof. Addante, infuria la polemica sulla sanità italiana sia pubblica che privata, indagini, maxi inchieste, denunce all’ordine del giorno. Ma cosa sta succedendo davvero alla sanità italiana? Esiste l’ospedale tipo?

La sanità sta sicuramente attraversando un momento di particolare tensione e tanto accade quando aumenta l’attenzione sui servizi. Il cittadino oggi è sempre più attento, sempre più esigente e soprattutto consapevole della qualità offerta dai servizi a lui dedicati. E’ difficile pensare ad un ospedale ideale ma esiste oggi, senza dubbio, l’opportunità di creare una rete integrata di servizi in grado di garantire al cittadino cure sempre migliori ed efficienza gestionale.

In cosa consiste questa opportunità?

Non è altro che la possibilità di integrazione a 360° tra servizio pubblico, privato con particolare attenzione al territorio lasciando all’ospedale l’eccellenza nell’acuzie. Solo dal connubio tra etica e responsabilità sociale, connotazione del servizio pubblico, e gestione virtuosa e finanziamenti, peculiarità del privato, è possibile programmare e progettare offerte sanitarie di eccellenza.

Quale ruolo assume in questo contesto la RSA, come si sposa con l’ospedale pubblico?

La RSA oggi in Puglia rappresenta una importante opportunità per i cittadini ma specie per  l’ospedale  al quale manca quasi sempre la possibilità di continuare ad assistere il paziente post acuto.

Trascorsa infatti la fase di acuzie (oltre ai vincoli dei DRG e alla mancanza talvolta di posti-letto), il paziente dovrebbe essere trasferito in reparti di lungodegenza o di riabilitazione alla cui carenza sopperisce la RSA che oltre ai pazienti cronici e stabilizzati, previsti dal Regolamento Regionale, ospita oggi anche pazienti molto “impegnativi” da un punto di vista clinico e che necessitano ancora di cure simil-ospedaliere: penso a malati appena svezzati dalla rianimazione o ventilati, portatori di cannula, affetti da Alzheimer, etc. Ciò comporta da una parte  un carico assistenziale notevole,  dall’altra un notevole impegno farmacologico, di ausili e presidi, di esami chimico-clinico, di attrezzature avanzate. E’ intuibile che la tipologia del malato appropriato da RSA sta cambiando e va riregolamentato con i conseguenti aggiustamenti amministrativi.

E’ giustificata, secondo lei la conflittualità, spesso urlata in Puglia, tra RSA e Case Protette?

Assolutamente no. Non deve e non può esserci alcuna conflittualità perché la tipologia dei pazienti ospitati è diversa pertanto diverso è l’assetto organizzativo conseguente al carico assistenziale. La RSA garantisce necessariamente assistenza medica, infermieristica, medico-specialistica e riabilitativa a 360°.

Un approccio globale al paziente per una assistenza a misura d’uomo.