• Notizie

Il prof. Fabrizio Stocchi dell’IRCCS San Raffaele Pisana al convegno dell’Aip

18 Aprile 2007

In occasione della Giornata mondiale del Parkinson, celebrata anche in Italia l’11 aprile, l’Associazione Italiana Parkinsoniani di Roma ha organizzato presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio una tavola rotonda sul tema: “Migliorare la qualità della vita dei pazienti con Malattia di Parkinson”. Un’occasione per fare il punto sulla patologia che, secondo l’Aip, è in costante aumento in tutto il mondo. Si calcola che nel 2012 in Europa i malati di Parkinson passeranno dagli attuali 1.255mila a circa 1.482.mila.
”A differenza di quanto si crede – sottolinea Fabrizio Stocchi, neurologo dell’IRCCS San Raffaele di Roma, intervenuto al convegno capitolino – la malattia non è legata all’età avanzata, anzi: si assiste ad un costante spostamento della patologia verso un ‘range’ d’età sempre più giovane”.

Secondo l’esperto infatti nel 25% dei casi la mallattia insorge tra i 20 e i 40 anni. Nella metà dei casi colpisce tra i 40 e i 58 anni e solo nel restante 25% i primi sintomi si manifestano dopo i 60 anni.
Non sono ancora note le cause della patologia, che studi recenti attribuiscono a fattori ambientali. Tuttavia, spiega Stocchi, ”alla base della malattia c’è sempre la perdita di un gruppo di neutroni situati nella zona del cervello chiamata ‘so-stanza nera’, che pro-ducono il neurotra-smettitore dopamina”. La conseguenza è un crollo della dopamina, che provoca i sintomi tipici della malattia: tremore, lentezza nei movimenti e rigidità degli arti.
Tuttavia le maggiori speranze arrivano dalla terapia genica. ”A San Francisco a dicembre – racconta Stoc-chi – è partita la sperimentazione sull’uomo della terapia genica, che sembra essere molto promettente. Si usa un virus della famiglia dell’Hiv, che modifica l’Rna del-l’organismo ospite, ma rendendolo ‘buono’, in quanto riesce a indurre l’Rna a far crescere le cellule dopaminergiche”. Una sperimentazione su cui Stocchi fa affidamento. “Alla fine del 2008 dovremmo avere, credo, i primi risultati”, spiega il neurologo.  Minori chance dalle cellule staminali.