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Il Prof. Tufarelli: “Per effettuare la diagnosi è necessario analizzare tutte le abilità coinvolte nel processo di sviluppo”

3 Settembre 2007

I disturbi dell’apprendimento sono molto frequenti tra i bambini e possono costituire un problema per i piccoli. Il Professor Davide Tufarelli, Primario dell’Unità Operativa di Riabilitazione Otorinolaringoiatria dell’IRCCS San Raffaele Pisana, ci spiega cosa sono e come possono essere curati.

Professor Tufarelli, che cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento?

Con il termine Disturbi evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA) ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, e in particolare a: dislessia, disortografia, disgrafia, e discalculia. Si definiscono specifici sulla base del fatto che le difficoltà sono circoscritte a domini specifici lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Come può un genitore accorgersi che il proprio bambino manifesta un disturbo dell’apprendimento?

I piccoli pazienti che afferiscono al nostro reparto sono bambini che presentano difficoltà in ambito comunicativo-linguistico. Una delle cause più frequenti per cui i genitori si rivolgono al nostro servizio è quando si accorgono che il loro bambino a 2 anni, o più, ancora non parla, o hanno la sensazione che non comprenda bene ciò che gli stanno chiedendo. Crescendo il bambino può incontrare altre difficoltà legate agli apprendimenti scolastici e alle abilità necessarie affinché tali apprendimenti possano avvenire in modo corretto. Talvolta sono gli educatori e gli insegnanti a segnalare ai genitori un ritardo nell’acquisizione delle tappe di sviluppo del linguaggio del bambino o un problema scolastico.

In che modo viene effettuata la diagnosi?

Per effettuare una diagnosi di DSA si rende indispensabile una valutazione multidisciplinare per analizzare tutte le abilità coinvolte nei processi di sviluppo, per poter fare una diagnosi differenziale e impostare un progetto terapeutico individualizzato. Per la procedura diagnostica e riabilitativa dei DSA l’equipe fa riferimento alle linee guida e raccomandazioni per la pratica clinica fornite dalla Consensus Conference promossa dall’Associazione Italiana Dislessia.

Quali le tappe del percorso diagnostico?

Il bambino effettua una valutazione audio-fonologica per escludere patologie a carico dell’apparato uditivo e fono-articolatorio. Quindi si procede alla valutazione psicologico-cognitiva che prevede test sulle abilità di lettura e del sistema del numero e del calcolo. La valutazione neuropsicomotoria serve a rilevare le abilità di integrazione visuo-motoria e visuo-percettive del bambino. Infine la valutazione logopedica rileva le abilità metafonologiche.

Quali sono i protocolli di trattamento?

I bambini che accedono al nostro servizio con diagnosi di DSA effettuano una terapia multidisciplinare (terapia logopedica, psicologico-cognitiva e neuropsicomotoria). La terapia specifica per i bambini con dislessia, disortografia e disgrafia prevede un pacchetto terapeutico della durata di circa 6 mesi. Il programma prevede una prima fase (3 mesi) durante la quale il bambino, durante la seduta di terapia psicologico-cognitiva, effettua un training per l’automatizzazione di lettura effettuato con software didattico (Tachistoscopio) in terapia individuale e giornalmente a casa attraverso un protocollo domiciliare. Contemporaneamente il bambino, in terapia logopedica, lavora sulle abilità linguistiche (semantico lessicali o metafonologiche o sulla comprensione del testo), mentre nella seduta di terapia neuropsicomotoria viene impostato un lavoro specifico per le difficoltà relative alla disgrafia (visuo-spaziali, di coordinazione e di controllo motorio) associando al lavoro individuale un training domiciliare. Trascorsi i tre mesi inizia un training specifico sull’ortografia, della durata di circa 3 mesi: tale lavoro viene impostato attraverso una valutazione qualitativa dell’errore (classificazione di Luzzatti) che permette un lavoro mirato alle difficoltà specifiche del bambino affiancato ad un protocollo domiciliare.