News > Il Professor Rosano: “Ecco i numeri dell’obesità”
Secondo i dati più recenti un adulto su tre è in sovrappeso, quasi uno su dieci è obeso. Ne parliamo con il Professor Giuseppe Rosano, Direttore del Centro di Ricerca Clinica dell’IRCCS San Raffaele Pisana, responsabile scientifico della campagna “Dai peso al peso”.
Professore, esistono differenze di genere e picchi di diffusione?
Gli adulti obesi in Italia sono oltre 4 milioni, con un incremento del 25% rispetto al 1994. Sebbene la maggioranza degli italiani (più precisamente il 53,8% delle persone di 18 anni e più) sia normopeso, ben un adulto su tre (34,2%) risulta in sovrappeso, il 9,8% è obeso e il restante 3,6% è sottopeso. Mentre l’obesità interessa in uguale misura uomini e donne, le differenze di genere sono marcate per quanto riguarda le persone in sovrappeso, che sono il 42% degli uomini rispetto al 25,7% delle donne. Sono invece poco meno del 2% i giovani (18-24 anni) che presentano un eccesso di peso ponderale, ma il fenomeno acquista particolare rilevanza a partire dalla classe di età 45-54 anni (13% di obesi). Il valore massimo (15%) è raggiunto dalle persone di 55-64 anni, mentre gli anziani si attestano al 12,4%. Per le donne di 45-54 anni il tasso di obesità addirittura raddoppia rispetto alla fascia d’età 35-44 (12,8 contro 5,8%). Nel Meridione, l’11,4% della popolazione è obesa, mentre al Nord-Ovest, il 7,5% è sopra la soglia dell’obesità.
Ci sono categorie particolarmente a rischio?
Soprattutto i soggetti sedentari, gli ansioso-depressivi, i figli di obesi. Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo dell’obesità? Sebbene l’obesità sia dovuta ad uno squilibrio tra assunzione di cibo ed attività fisica possono essere identificati alcuni fattori di rischio: genitori obesi (uno o entrambi), adiposità precoce (prima dei 3 anni e mezzo), vita sedentaria (o per i bambini trascorrere più di otto ore a settimana davanti alla televisione), dormire meno di 8 ore per notte da adulti (o meno di 10,5 ore a 3 anni d’età), un peso elevato alla nascita, aumentare velocemente di peso dopo la nascita, guadagnare molto peso durante il primo anno di vita, il fumo materno tra il settimo e l’ottavo mese di gravidanza, elevata assunzione di zuccheri, depressione o ansia.
L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a cui è associato un costo sociale. Cosa suggeriscono le ultime stime?
Fino al 6% delle spese sanitarie nella Regione europea dell’Oms è legato all’obesità tra gli adulti. In alcuni Paesi europei raggiunge l’1% del prodotto interno lordo e rappresenta il 6% della spesa sanitaria diretta. I costi indiretti (dovuti alle morti premature e alla perdita di produttività sul lavoro) sono doppi rispetto a quelli diretti. In Svezia si è calcolato che ammontino a 157 dollari pro capite (oltre tre volte quelli diretti). Vanno considerati anche altri costi più difficilmente monetizzabili, come il minor rendimento scolastico, la discriminazione lavorativa, i problemi psicosociali e la scarsa qualità della vita.