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Il Professor Stocchi: “Presentati tre studi dell’IRCCS San Raffaele Pisana”

19 Settembre 2008

Professore, quali sono le principali novità emerse dal 12° Congresso della Federazione Europea delle Società di Neurologia che si è appena concluso a Madrid?

Nel corso del Congresso svoltosi a Madrid sono stati presentati tre studi a cui noi, come IRCCS San Raffaele Pisana, ed io come facente parte dello Stearing Commette, abbiamo partecipato. Il primo, detto “Adagio”, è un progetto importante perché dimostra che ci può essere un rallentamento nel corso di una malattia degenerativa. Questo può avvenire grazie ad una molecola, la “rasagilina”, che è in grado di modificare il decorso della malattia, rallentandolo. I pazienti presi in esame hanno migliorato, dopo 18 mesi, la propria situazione prima degli altri. Anche se la differenza fra i due gruppi non è clamorosa, questi risultati sono importanti perché siamo intervenuti sui meccanismi degenerativi, dunque abbiamo intrapreso una strada su cui lavorare. Credo che restituisca anche speranza a chi soffre di questa malattia.

E gli altri progetti Professore?

Il secondo, il cosiddetto “Prepared”, consente una mono-somministrazione quotidiana di un nuovo farmaco, il “Ropirinolo a rilascio prolungato”. Il terzo invece, di tratta di uno studio condotto dall’EPDA, l’Associazione Europea Malattia di Parkinson. La ricerca ha preso il nome di “Real Life, Real PD (Parkinson Desease) ed è stata condotta tra 3mila pazienti affetti da questa patologia. Dalla ricerca è emerso che ancora molti sono gli aspetti da migliorare per chi è affetto da Parkinson. Si tratta di aspetti che penalizzano la vita di relazione del paziente, causando depressione e cambiamenti di umore. Inoltre non c’è ancora la possibilità di controllare costantemente i sintomi della malattia.

Dunque degli importanti passi in avanti nella ricerca contro il Parkinson…

Si assolutamente. Noi dell’IRCCS San Raffaele Pisana cerchiamo di intervenire con il supporto di un équipe multidisciplinare. I malati di Parkinsono necessitano di essere seguiti da più figure professionali che come il medico, l’infermiere, il fisioterapista, lo psicologo. Questa esigenza viene avvertita dai pazienti come è emerso dallo studio dell’EPDA.