News > Il progetto di “theatre therapy” del San Raffaele Velletri
Ancora poco diffusa nel nostro Paese, se non nelle forme del laboratorio e come strategia terapeutica nelle malattie neuropsichiatriche dell’infanzia e dell’adulto, la “theatre therapy”, come parte integrante del perscorso riabilitativo, è in grado di migliorare le funzioni motorie e gli aspetti non motori legati a molte patologie. La drammatizzazione e l’arte teatrale consentono di stimolare la creatività di chi soffre di deficit psichici e di favorire lo sviluppo di abilità fisiche e verbali. Ne parliamo con la logopedista del San Raffaele Velletri, la dottoressa Licia Cianfanelli coordinatrice del progetto della struttura.
Dottoressa, come è nata l’idea dello spettacolo?
L’idea è nata per caso. Un giorno, per movimentare un po’ gli esercizi di logopedia, che per loro natura sono ripetitivi, ho lanciato l’idea di scrivere una sceneggiatura e ho chiesto a tutti di esprimere le proprie emozioni. Tutti hanno cominciato a ‘buttare giù’ frasi e poi, i giorni seguenti, sono stati proprio i pazienti a propormi testi musicali, canzoni, addirittura qualcuno ha rispolverato poesie imparate al liceo.
Come si è sviluppato il progetto?
È cominciata una preparazione tecnica per ciò che riguarda la respirazione, la mimica, l’articolazione ed è durata circa un mese e mezzo. Non è stato semplice. Dei dieci pazienti che seguiamo due sono molto gravi, tuttavia hanno ricevuto l’aiuto di tutto il gruppo. Sono nate infatti delle belle amicizie che vengono coltivate anche fuori la struttura.
Quali sono i benefici per la persona malata di Parkinson?
La partecipazione all’ambiente e buone relazioni sono elementi fondamentali per evitare l’isolamento sociale che trasforma e amplifica la malattia e chi ne soffre. Il Parkinson, che colpisce anche in età giovanile, compromette e modifica pesantemente la normale quotidianità, limita la vita di relazione e rende difficili da esaudire anche i più semplici desideri. I nostri pazienti sono migliorati molto dopo aver praticato questa forma di riabilitazione.
In che modo?
Hanno maturato una capacità di attenzione e di memoria e migliorato la capacità cognitiva. L’intervento ha evidenziato come la rieducazione logopedica non solo rallenti il decadimento cognitivo, ma come trattamento guidato in un contesto di gruppo, possa essere nella sua caratteristica di non ripetitività, vivacità, ricchezza di emozioni e amplificazione della socialità, molto più produttivo nel mantenere le capacità intellettive, motorie e della comunicazione verbale e non verbale. Siamo molto felici dei risultati ottenuti e orgogliosi dei nostri pazienti.