News > Il San Raffaele di Roma adotta EKSO, l’esoscheletro bionico che aiuta a camminare
Stare in piedi di nuovo. Camminare ancora. E tornare a guardare il mondo negli occhi. Non sarà più solo un sogno per quei pazienti che a causa di traumi o patologie neurodegenerative condividono i giorni con una sedia a rotelle.
Sarà possibile presso l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma grazie all’esoscheletro bionico EKSO, modernissimo gioiello della tecnologia nel campo della riabilitazione degli arti inferiori.
L’Istituto capitolino sarà il primo centro laziale ad utilizzare il device progettato e studiato negli Stati Uniti per il training riabilitativo del cammino di pazienti affetti da patologie neurologiche come lesioni midollari, ictus, sclerosi multipla, lesioni cerebrali traumatiche e sindrome di Guillain Barrè.
«L’esoscheletro robotico indossabile, realizzato in acciaio e carbonio», spiega Claudio Ceresi, Responsabile Riabilitazione Italia dell’EMAC di Genova, azienda leader nel settore dei dispositivi biomedici, «si indossa come fosse una tuta e viene azionato da quattro motori elettromeccanici alimentati da due batterie che garantiscono un’autonomia di circa quattro ore. Sedici sensori collegati al corpo del paziente permettono al robot di trasformare le sue intenzioni in movimenti delle gambe».
L’équipe specialistica afferente all’unità operativa di neuroriabilitazione del San Raffaele, diretta dal Prof. Marco Franceschini, sta perfezionando in questi giorni il training formativo con esperti internazionali al fine di poter trattare i primi pazienti già dagli inizi di aprile. Il sistema oltre ai vantaggi fisioterapici consente ai pazienti che lo utilizzano notevoli progressi sia da un punto di vista psicologico che della qualità di vita.
Come spiega Patrizio Sale, responsabile dell’area di Ricerca Robotica dell’Istituto di via della Pisana, «gli esoscheletri vengono sviluppati per consentire a persone con difficoltà di movimento di alzarsi, stare in piedi e camminare, contribuendo così anche a migliorare la loro forza e resistenza. Pur non sostituendo completamente la sedia a rotelle, le gambe bioniche consentono ad esempio ai loro utilizzatori di lavorare nuovamente anche in posizione eretta».
Una posizione eretta per sfidare il destino e per poter vedere oltre quella siepe che troppo spesso “da tanta parte il guardo esclude”.