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In occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro, il punto sulle cure palliative e gli Hospice italiani

4 Febbraio 2015

Lotta al cancro, gli hospice: una possibilità in più di sopravvivenza

Il Prof. Del Monte rivela: “L’aggiunta di cure palliative al trattamento chemioterapico migliora non solo la qualità di vita ma soprattutto la sopravvivenza in pazienti affetti da tumore del polmone”

Focus su Hospice e cure palliative, in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro. Cosa sono e a che punto siamo in Italia? Quali sono i risultati dei più recenti studi in materia?

L’Hospice è il luogo deputato alle cure palliative nonché punto nodale dell’assistenza a pazienti in stato terminale. Le cure palliative, sottolinea il Prof. Girolamo Del Monte, Responsabile dell’Hospice del San Raffaele Cassino, hanno come obiettivo il «miglioramento della qualità di vita del paziente, controllando non solo i sintomi della malattia di base, quali il dolore, ma fornendo anche supporto socio-psicologico e spirituale, sia al malato che alla sua famiglia».

Il trattamento del dolore e le cure palliative non rappresentano però soltanto una soluzione “finale” nella vita di un malato di cancro, ma possono rappresentare un’importantissima e aggiuntiva possibilità di cura e sopravvivenza. Come spiega l’oncologo: «Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato come l’aggiunta di cure palliative al trattamento chemioterapico migliora, non solo la qualità di vita, ma soprattutto la sopravvivenza in pazienti affetti da tumore del polmone. I risultati di questo lavoro hanno portato la Società Americana di Oncologia Medica (ASCO) ad indicare che in tutti i pazienti con malattia metastatica o con un elevato carico tumorale dovrebbe essere considerata l’integrazione con le cure palliative».

Tale importante evidenza contrasta con lo stato attuale delle strutture italiane nonché con le modalità e le tempistiche di accesso alle suddette cure. Attualmente sono 2.524 i posti letto complessivi, dislocati in 230 strutture in tutta Italia: la distribuzione sul territorio nazionale è però ancora molto disomogenea, risultando squilibrata tra regione con regione (solo Lazio e Lombardia possono vantare un buon numero di Hospice).

«Altro problema rilevante – aggiunge Del Monte – è il momento in cui si accede alla cure palliative, che molto spesso avviene in una fase troppo avanzata di malattia. Infatti, la durata della presa in carico è in media tra le tre e le quattro settimane, con una parte di pazienti che restano in Hospice per meno di una settimana».