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La Colonscopia Virtuale all’IRCCS San Raffaele Pisana

18 Novembre 2011

La Colonscopia Virtuale è un esame che consente di studiare il colon dal suo interno tramite immagini tridimensionali in modo simile alla colonscopia convenzionale ma senza l’introduzione di alcuna sonda endoscopica.
Si tratta di una metodica precisa, sicura e non dolorosa, ufficialmente accettata come screening per la prevenzione del cancro del colon-retto e consigliata dopo i 50 anni dalla American Cancer Society.

 

Della Colonscopia Virtuale –  cos’è, come si effettua e per chi è indicata – parliamo con il Prof. Alberto Pierallini, neuroradiologo e Responsabile del Reparto Diagnostica per Immagini dell’IRCSS San Raffaele Pisana.

 

Prof. Pierallini, può spiegarci in maniera più approfondita in cosa consiste questo esame?

La Colonscopia Virtuale è un esame TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), multistrato della durata di pochi secondi per effettuare il quale non è necessario introdurre la sonda colonscopica, somministrare per via endovenosa mezzo di contrasto o eseguire una sedazione preliminare. Si tratta, dunque, di una tecnica non invasiva che permette di visualizzare il colon dal suo interno in tutta la sua estensione e di individuare precocemente le sue patologie (colite, polipi, diverticoli, neoplasie), senza rischi né controindicazioni.

 

Come viene effettuato l’esame?

Innanzitutto, nei giorni precedenti l’esame, è richiesta una preparazione, consistente in una semplice dieta, senza dover assumere alcun lassativo. L’esame viene poi preceduto dalla insufflazione di aria a livello dell’ampolla rettale tramite l’introduzione di un piccolo sondino. I dati acquisiti con la tomografia computerizzata vengono elaborati tramite un software dedicato che produce immagini tridimensionali dell’interno del colon, del tutto sovrapponibili a quelle che si ottengono attraverso l’introduzione della sonda colonscopica. Le immagini, registrate su un CD, possono essere facilmente consultate analogamente alle fotografie ed alle registrazioni di una colonscopia tradizionale e confrontate con esami virtuali e/o tradizionali successivi. Il radiologo può quindi eseguire una vera e propria navigazione virtuale all’interno del colon del tutto analoga a quella che si otterrebbe con la risalita della sonda colonscopica.

 

Per chi è indicato questo tipo di esame?

Le principali indicazioni alla esecuzione di un esame di colonscopia virtuale possono attualmente essere considerate le seguenti:


a scopo preventivo: per tutti i soggetti sani di sesso maschile o femminile di età superiore ai 50 anni, in accordo con le linee guida della American Cancer Society sulla prevenzione del cancro del colon retto;

 

– per i pazienti impossibilitati a portare a  termine l’esame tradizionale (stenosi del colon con impossibilità di risalita del sondino colonscopico), o per i  pazienti anziani e/o in condizioni precarie di salute che mal sopporterebbero i fastidi derivanti dalla esecuzione di un esame di colonscopia tradizionale (pazienti cardiopatici, bronchitici cronici);

 

– attualmente l’esame si sta anche diffondendo a scopo diagnostico nei pazienti che presentano disturbi intestinali di vario genere (sospetta malattia diverticolare, disturbi dell’alvo, altro), a discrezione del medico curante.

 

Prof. Pierallini, il tumore del colon è una patologia in continuo aumento degli ultimi decenni nei paesi industrializzati e rappresenta la seconda causa di morte per tumore in Italia. Quale è il ruolo della colonscopia virtuale nello screening di questa forma di tumore?

La colonscopia virtuale si sta affermando come esame diagnostico di screening con la finalità di individuare la patologia prima che si manifesti con i sintomi conclamati.
La possibilità di ottenere una diagnosi di cancro del colon in una fase precoce, prima che si sia manifestato con i sintomi, è una evenienza molto importante perché la maggior parte dei tumori sono inguaribili quando vengano diagnosticati in uno stadio di malattia avanzato. Lo scopo dello screening diagnostico del cancro del colon è quindi quello di individuare precocemente i polipi intestinali, prima che degenerino in cancro, in una fase in cui è possibile ottenere la rimozione chirurgica con la guarigione completa.

 

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