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La dottoressa Capoccia: “Ecco gli accorgimenti per tenere in forma le nostre gambe”

5 Maggio 2008

Sono i primi caldi a scatenare insufficienze venose e disturbi circolatori, che riguardano più della metà delle donne, ma non risparmiano di certo gli uomini. Nei mesi primaverili, quando gonfiori, senso di pesantezza alle gambe o addirittura nuove varici provocano fastidi evidenti, si verifica un incremento delle visite specialistiche del 70%. Tuttavia, trascorsa l’estate, la maggior parte dei pazienti mettono in un cassetto le cure prescritte, con ricadute piuttosto importanti sul loro stato di salute. Ne parliamo con la dottoressa Laura Capoccia, chirurgo vascolare e membro dell’équipe angiologica San Raffaele, che, nella settimana dal 5 al 9 maggio, sarà a disposizione dei pazienti del San Raffaele Tuscolana che vorranno effettuare una visita angiologica con ecocolordoppler.

Dottoressa Capoccia, caviglie gonfie e gambe pesanti sono soltanto problemi estetici?

Certamente no. L’edema, cioè il gonfiore alle caviglie, rappresenta una vera e propria condizione patologica, causata da una disfunzione del ritorno venoso o del drenaggio linfatico degli arti inferiori. In pratica il cattivo funzionamento dell’apparato valvolare delle vene provoca un rallentamento del sangue nel suo decorso dal basso verso il cuore, favorendo una sua maggiore distribuzione nelle parti inferiori, come piedi e caviglie. Spesso l’edema si presenta associato a varici.

Che cosa sono le varici e quante persone ne sono colpite?

Le varici, conosciute nel linguaggio comune come ‘vene varicose’, sono dilatazioni permanenti delle pareti delle vene del sistema superficiale, che tendono ad assumere un andamento tortuoso, formando grovigli, detti gavoccioli, che provocano fastidi e comportano, se trascurati, seri rischi. Ogni anno circa 291mila donne corrono dal medico per complicanze legate ai disturbi circolatori agli arti inferiori, come flebiti, trombosi e ulcere alle gambe. La diagnosi è molto semplice: una buona visita specialistica ed una indagine diagnostica di primo livello permettono di stabilire quale grado le varici abbiano raggiunto.

In che modo?

Attraverso l’ecocolordoppler. Si tratta di una metodica diagnostica non invasiva, che permette la visualizzazione ecografica dei principali vasi sanguigni e lo studio del flusso ematico al loro interno. Attraverso questo esame, del tutto indolore ed innocuo, di rapida esecuzione e ripetibile in qualsiasi momento, l’angiologo può escludere complicazioni a carico delle vene profonde e valutare l’approccio terapeutico per il trattamento del sistema superficiale più adeguato al singolo paziente.

Quali sono gli strumenti terapeutici disponibili per trattare questi disturbi?

Si va dalla terapia chirurgica, indicata nei casi più gravi, alla scleroterapia, che consiste in iniezioni nelle vene in grado di farle ‘riassorbire’, trasformandole in condotti chiusi, fino alla laserterapia. Prima di giungere a terapie invasive si può però fare molto sul fronte della prevenzione, adottando uno stile di vita adeguato o utilizzando terapie di supporto.

Quali sono le regole per tenere in buona salute le nostre gambe?

La regola fondamentale è quella di tenere le gambe in movimento e il peso sotto controllo. Camminare almeno un’ora al giorno, a passo lungo e svelto, è sufficiente a stimolare l’apporto arterioso e, soprattutto, favorire il ritorno del sangue venoso verso il cuore. Attenzione poi sul lavoro: stare a lungo seduti o, viceversa, essere costretti per ore in piedi, è particolarmente dannoso per la salute degli arti inferiori. In questi casi possono essere utili alcuni semplici esercizi, come innalzarsi spesso sulle punte dei piedi o ruotare le caviglie e spostare il peso alternativamente sull’una o sull’altra gamba ogni 2-3 minuti se la nostra attività ci impone di trascorrere molto tempo in piedi, oppure sollevare alternativamente e rapidamente il tallone e la punta di ciascun piede se restiamo seduti per gran parte della giornata. E’ inoltre fondamentale utilizzare calzature adeguate che permettano di sfruttare appieno la cosiddetta “spugna plantare” per favorire la spinta dei liquidi verso l’alto.

Con quale frequenza occorre recarsi dall’angiologo?

Quando, nonostante gli accorgimenti descritti, persiste un disturbo di edema o gonfiore oppure sono evidenti delle varici: in tal caso è opportuno effettuare una visita ed un ecocolordoppler degli arti inferiori per poter pianificare una terapia adeguata. Terapie chirurgiche o invasive rendono necessario un nuovo controllo a circa un mese dal trattamento, mentre per le terapie mediche un controllo semestrale o annuale è generalmente sufficiente. Attenzione però agli improvvisi gonfiori ad un arto, ai rossori sospetti o alla comparsa di un “cordoncino” duro e dolente lungo la gamba: potrebbe trattarsi di tromboflebite, da diagnosticarsi al più presto possibile con l’ecocolordoppler per poter risolvere o prevenire possibili complicanze.