News > La dottoressa Daniela Zoppi: l’asino è un animale docile che riesce ad avvicinare i pazienti con problematiche più accentuate
L’onoterapia, una tecnica ormai abbastanza diffusa. Anche il Centro di Riabilitazione Equestre di Villa Buon Respiro ha fatto partire, con l’inizio delle attività di quest’anno, un progetto sperimentale che vede questa forma di riabilitazione come protagonista. La dottoressa Daniela Zoppi, responsabile del Centro, ci spiega i motivi di questa scelta.
Cos’è l’Onoterapia?
L’onoterapia è una pratica equestre che utilizza l’asino come strumento terapeutico e si concretizza in un “complesso di tecniche di educazione e rieducazione” mirato ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e comportamentale.
Quali sono gli obiettivi che si prefigge chi usa questa tecnica?
Principalmente due: il miglioramento delle competenze socio-integrative e il raggiungimento di una migliore qualità di vita.
Quali sono gli strumenti terapeutici utilizzati?
Gli strumenti operativi dell’onoterapia sono: l’asino (animali selezionati ed affidabili), il corpo, il movimento, il gioco, la relazione utente-asino-operatore, tutte le possibili modalità di comunicazione. Anche a Villa Buon Respiro in questi giorni è partito il “Progetto Onoterapia. Infatti il nostro Centro di Riabilitazione Equestre ha avviato un progetto sperimentale di riabilitazione con l’asino. Questa attività ha preso spunto dalla collaborazione con la Dottoressa Patrizia Reinger, dell’Istituto Fatebenefratelli di Genzano, che da anni ha attivato un percorso di onoterapia con i propri pazienti. Con una serie di incontri, la Dottoressa Reinger e i suoi pazienti hanno condiviso con noi la propria esperienza. Data l’evidenza della utilità di questa attività nei casi più gravi, si è deciso di avvicinare alcuni pazienti di Villa Buon Respiro con patologie e problematiche comportamentali diversi tra loro. Alcuni hanno avuto in passato esperienze anche importanti con i nostri cavalli, altri meno o mai. Nessuno di loro però aveva avuto a che fare con gli asini. Abbiamo riscontrato che, quasi sempre, si presentavano i segni di un risvegliato interesse che ci hanno spinto ad andare avanti in questo percorso.
A quali pazienti è rivolto?
Possono trovare vantaggio dall’attività assistita con l’asino disabili mentali, malati psichiatrici, audiolesi, non vedenti, anziani, ipertesi, cardiopatici e persone con ansia, stress, depressione, disarmonia emotiva, problemi della personalità, disturbi pervasivi dello sviluppo.
Cosa la differenzia dalla riabilitazione equestre?
La differenza fondamentale è lo strumento utilizzato. Infatti il cavallo e l’asino pur essendo entrambi equini, hanno caratteristiche fisiche e comportamentali molto diverse che possono essere utilizzate secondo il fine che si vuole raggiungere. L’onoterapia utilizza gli asini che, per loro natura, richiedono il contatto, sono empatici, disponibili e affettuosi, caratteristiche che facilitano il recupero di una comunicazione autentica, semplice e profonda, basata sulla corporeità, sulla spontaneità, sul gioco. Infatti la sua area principale di intervento è quella affettivo-relazionale. Li utilizziamo per i pazienti con problematiche più accentuate. La riabilitazione equestre utilizza il cavallo ma anche lo sport e il suo obiettivo fondamentale è quello del raggiungimento dell’autonomia generale della persona.