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La dottoressa De Marco: “La schizofrenia è tra le più gravi”

19 Novembre 2007

Le malattie mentali sono molto diffuse tra i giovani adulti, dunque in età compresa tra i 18 e i 26 anni. La dottoressa Angela Maria De Marco, psichiatra di Villa dei Fiori, struttura che si occupa di riabilitazione di pazienti con patologie psichiatriche, ci spiega da cosa sono generate, come si manifestano e come possono essere curate.

Dottoressa, quali sono le principali psicosi che colpiscono i giovani adulti?

Sicuramente la schizofrenia, disturbo bipolare con manifestazioni psicotiche e alcune forme di psicosi legate a gravi disturbi di personalità sono le più frequenti tra i giovani adulti, anche se, ovviamente, non sono le uniche. Esistono anche disturbi psicotici meno gravi e invalidanti che possono comparire in età giovanile in seguito, magari, ad eventi molto forti e traumatizzanti. In particolare la schizofrenia, che è una grave patologia psichiatrica, esordisce nella fascia d’età che va tra i 18 e i 25 anni, per cui è da ritenersi la più grave e importante patologia psichiatrica ad esordio giovanile, le cui manifestazioni psicotiche (deliri, allucinazioni, dispercezioni, bizzarrie di comportamento) sono estremamente invalidanti ed evidenti.

Da cosa sono causate generalmente?

Le malattie psichiatriche, e quindi anche le psicosi, difficilmente riconoscono una causa, poichè sono malattie multifattoriali. Questo vuol dire che probabilmente esiste una predisposizione strutturale del soggetto ad avere quella determinata patologia che poi si rende evidente grazie all’intervento di fattori scatenanti o, meglio slatentizzanti. Un fattore scatenante può essere ad esempio l’uso di sostanze stupefacenti, o un grosso trauma, o un’esperienza lontano da casa in condizioni di difficoltà. Una volta, ad esempio, molte psicosi esordivano durante il servizio militare, e non perchè il servizio militare fosse la causa di malattia, ma poichè rappresentava la causa slatentizzante di un problema a cui il soggetto era in qualche modo predisposto.

 

Come si manifestano?

 

È difficile rispondere, poiché  in Psichiatria più che la malattia esistono i malati, ognuno diverso dall’altro. In genere la presenza di deliri (erronee convinzioni, tipo la convinzione di essere perseguitato), di allucinazioni, specialmente uditive (il paziente sente le voci), di comportamenti bizzarri stanno ad indicare una psicosi conclamata. I sintomi che dovrebbero mettere in allarme le famiglie sono in genere ritiro sociale con incapacità a mantenere relazioni di tutti i tipi (lavorative, affettive, di amicizia), l’evidenza che il soggetto prima riuscisse a fare tante cose e adesso si comporti come se non fosse più capace di stare in mezzo agli altri e portare avanti le cose tipiche della sua età. Allo stesso modo, anche un comportamento troppo attivo deve mettere in allarme: incapacità di dormire, di stare in silenzio, di concentrarsi, di portare a termine un compito senza averne contemporaneamente iniziati altri che non verranno portati a termine a loro volta. Oppure comportamenti estremamente antisociali, come vandalismo, crudeltà verso animali e persone, tendenza all’aggressività e alla distruzione di beni pubblici.

 

Come si curano?

 Come tutte le patologie, anche quelle psichiatriche si curano con i farmaci e con l’affidarsi alle cure di specialisti, psichiatri in questo caso. Ovviamente una psicoterapia è auspicabile se non addirittura fondamentale visto che parliamo di giovani pazienti, sia come sostegno al paziente che deve affrontare la convivenza con una malattia importante e sia come percorso interno che aiuti il paziente ad affrontare e gestire disagi che possono essere alla base della malattia stessa.

 È possibile guarire da queste malattie?

Non si guarisce dalla schizofrenia o dal disturbo bipolare o da altre patologie psichiatriche molto gravi. Tuttavia una diagnosi precoce può far sì che i pazienti abbiano una terapia il più efficace possibile che consenta loro di convivere con la patologia mantenendo una qualità della vita il più accettabile possibile e il più vicino possibile alla normalità. In pratica la sfida non è la guarigione, ma la convivenza con la malattia in maniera accettbile, come accade per i diabetici o gli ipertesi. Alcune psicosi possono sicuramente recedere con l’aiuto della terapia farmacologica e della psicoterapia, magari disturbi psicotici reattivi a grossi traumi o shock, o disturbi psicotici inseriti all’interno di gravi disturbi di personalità. Tuttavia, in ogni caso, la velocità di diagnosi e di cura adatta sono la chiave per far si che questi pazienti abbiano la maggiore probabilità di portare avanti una vita il più normale possibile.