News > La malattia di Celine Dion: il prof. P.M. Rossini dell’IRCCS San Raffaele ci spiega che cos’è la sindrome della persona rigida che ha colpito la cantante
La cantante Celine Dion ha annunciato ieri sui suoi profili social di posticipare e annullare alcune date del suo tour a seguito della patologia rara di cui è affetta: la sindrome della persona rigida (SPS). “Una patologia che colpisce una persona su un milione, è una malattia molto rara e spesso difficilmente diagnosticabile” come ha dichiarato in un’intervista esclusiva rilasciata a Fortune Italia, il prof. Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele.
Questa patologia è un raro disturbo neurologico caratterizzato da rigidità muscolare che interessa tronco e arti (che si traduce tra l’altro in posture anomale) e maggiore sensibilità a stimoli cutanei, rumori e stress emotivo, che possono scatenare spasmi muscolari. “Le persone affette possono non essere in grado di camminare o muoversi, oppure soffrire di un insormontabile timore ad uscire di casa, legato a possibili spasmi e cadute a seguito di rumori (sirene, clacson, …)” spiega Rossini.
Descritto per la prima volta negli anni 50 del secolo scorso, questa condizione era precedentemente chiamata sindrome dell’uomo rigido o sindrome di Moersch-Woltman; é molto più comune nelle donne rispetto agli uomini (2:1) ed è frequentemente associata ad altre malattie autoimmuni come diabete di tipo 1, tiroidite, vitiligine e anemia perniciosa, tuttavia le vere cause sono tuttora sconosciute (quello che si osserva è, tra l’altro, una progressiva perdita di neuroni nel midollo spinale e nel cervelletto, con diffuse aree di infiammazione). Purtroppo è spesso inevitabile lo sviluppo di depressione, fobie, paura degli spazi aperti e ansia anticipatoria (paura di quello che potrebbe accadere) che portano ad un grave isolamento sociale in una triste spirale di sofferenza a causa di limitazioni fisiche e sociali. I pazienti spesso soffrono di fluttuazioni dei sintomi durante il giorno, che peggiorano peraltro in concomitanza a stress fisico ed emotivo, ma anche esposizione al freddo ed eventuali infezioni. La rigidità muscolare progressiva immobilizza il torace e le anche, così anche l’andatura diventa rigida e impacciata.
Sul fronte delle cure “ci sono solo delle terapie sintomatiche: la sindrome della persona rigida – conclude il neurologo – si cura normalmente con benzodiazepine, farmaci che tranquillizzano e rilasciano i muscoli. Ma si tratta davvero di una patologia molto rara: in cinquant’anni di professione – confida – ne ho incontrato forse un solo caso”.