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La National Down Syndrome Society in visita all’Istituto romano per scoprire il ‘Modello San Raffaele’

5 Giugno 2024

“L’intervento precoce e multidisciplinare, secondo il ‘Modello San Raffaele’ promosso dal Prof. Giorgio Albertini, è una lunga tradizione dell’Istituto romano che si conferma da anni un approccio di successo per la Sindrome di Down” ha introdotto così il Prof. Federico Vigevano, Direttore del Dipartimento delle Disabilità dell’età evolutiva del Gruppo San Raffaele, l’incontro con la delegazione della National Down Syndrome Society che oggi mercoledì 5 giugno ha fatto visita all’IRCCS San Raffaele.

Colleen Hatcher, Chief della National Down Syndrome Society (NDSS) Washington DC – Baltimore, e Candace Whiting, vicesegretaria nel Consiglio di NDSS con ruolo di “autodifensore” delle persone con sindrome di Down, si trovano infatti a Roma in occasione della Conferenza Internazionale sulla sindrome di Down e hanno colto l’occasione per scoprire più da vicino tutte le attività che vengono svolte presso il Reparto Pediatrico condotto dalla Dott.ssa Claudia Condoluci che, insieme alla sua equipè, porta avanti il testimone del Prof. Albertini con grandi risultati. “Un esempio da esportare oltre oceano, a conferma che le persone con sindrome di down meritano un posto nella società” ha infatti confermato Lynda Johnson Vitali, Direttrice della Ways Cooperativa Onlus, che ha accompagnato le due ospiti americane.

Una coincidenza fortunata che “esattamente 26 anni fa, il 5 giugno del ‘98, si è realizzato il sogno del Prof. Albertini e della Direzione del Gruppo San Raffaele con l’inaugurazione ufficiale del Centro per lo Sviluppo Infantile dell’IRCCS San Raffaele alla presenza del premio Nobel della medicina Rita Levi di Montalcini” ha spiegato la Dott.ssa Condoluci. “È allora che il ‘Modello San Raffaele’ ha preso forma con il suo approccio innovativo: attraverso una prospettiva Life-Span un team multidisciplinare – composto da personale medico, riabilitativo e di sostegno – è in grado di prendersi cura di una persona con disabilità per tutto l’arco della vita, dall’infanzia fino all’invecchiamento. Una delle unicità di questa struttura” ha proseguito.

“Un tipo di intervento che insieme ad un importante network, costituito sulla collaborazione tra famiglia, scuola e tutte quelle realtà che vengono frequentate dai nostri ragazzi, permette di porli realmente al centro e di accompagnarli nel percorso terapeutico con controlli di follow-up periodici e una strettissima attenzione all’evoluzione dello sviluppo, degli aspetti psicomotori e del linguaggio. La platea di ragazzi e giovani adulti, anche ex pazienti, oggi presenti qui conferma il successo del viaggio intrapreso insieme e del ‘Modello San Raffaele’ che si pone, come unico obiettivo, una migliore qualità di vita e di inclusività” ha concluso la Condoluci.