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La perdita di memoria: intervista al prof. Salvatore Giaquinto

10 Gennaio 2005
Perdere la memoria può essere un disturbo banale o, in certi casi, rappresentare una vera e propria malattia. Lo afferma il prof. Salvatore Giaquinto, Direttore del Dipartimento di Riabilitazione Neuromotoria del San Raffaele Pisana, che aggiunge: «E’ una semplice lacuna quando non si ricordano nomi, numeri di telefono e i particolari della nostra vita episodica. Diventa una patologia, invece, quando la perdita di memoria è la conseguenza di una grave lesione al cervello. Un esempio? Il trauma cranico». Cosa occorre fare per aiutare una persona colpita da trauma cranico o un anziano a recuperare la memoria? «Due sono le alternative – afferma Salvatore Giaquinto – il “restauro” e il “compenso”». In cosa consistono questi due metodi? «Il restauro è sinonimo di ricostruzione delle funzioni del cervello. Nel compenso, invece, si prescinde dal danno ormai acquisito e si abitua il paziente a convivere con la sua perdita di memoria. In altre parole si cura la disabilità e non la menomazione. I risultati? Non sono facili né scontati – spiega Giaquinto – Quello del restauro, in teoria, sarebbe il metodo più logico. Ma difficilmente si può restaurare la memoria così come era strutturata in precedenza. In realtà, si ottengono i migliori risultati con la cura della disabilità (ad esempio, mettendo a disposizione del paziente una serie di ausili, ovvero taccuini, registratori e computer, etc…). I trucchi per ricordare date, avvenimenti e personaggi storici sono sempre gli stessi: studiare a voce alta, sottolineare le pagine, ripassare in compagnia di un amico. Salvatore Giaquinto va oltre e afferma: «I ragazzi hanno il torto di studiare senza interruzione per troppe ore. In tal caso si produce una interferenza, ossia “ciò studio in questo momento disturba quanto appreso e ripetuto un’ora fa”. Alla fine della giornata io trovo che le informazioni raccolte sono poche. Il consiglio? Studiare 40 minuti e fare una pausa di quindici». Il migliore farmaco della memoria? «L’esercizio, tutto il resto è inutile» chiosa Giaquinto. Per i ragazzi alle prese con gli esami queste sono alcune regole da seguire: evitare le notti in bianco per studiare, dormire otto ore, andare a letto sempre alla stessa ora, praticare sport e fare attenzione all’alimentazione.