News > La televisione favorisce la diffusione dell’autismo?
Sono sempre di più i bambini americani che soffrono di autismo. Una sorta di ‘epidemia’ che negli Usa colpisce i più piccoli, da una costa all’altra, e che potrebbe dipendere – almeno parzialmente – da un uso eccessivo della televisione sotto i tre anni di età.
Una ricerca condotta infatti alla prestigiosa Cornell University sta studiando l’emergere dei casi di autismo negli Anni Ottanta e la parallela diffusione della televisone via cavo – che offre programmi a getto continuo -, prendendo in esame quattro Stati dell’Unione, California, Oregon, Pennsylvania, Stato di Washington. I dati raccolti dal team di esperti guidato dal professore Michael Waldman sono convincenti: le diagnosi di autismo – osserva il ricercatore – sono salite più rapidamente nelle contee in cui risiedeva la più alta percentuale di famiglie con accesso alla tivù via cavo. Ma gli studiosi non si sono fermati qui: hanno aggiunto ai modelli statistici, matematici e epidemiologi usati, i dati sul maltempo e sulle precipitazioni atmosferiche negli Stati e nelle contee considerate, confrontandoli con l’incidenza delle diagnosi di autismo. Nelle contee in cui le precipitazioni negli Anni Ottanta sono state basse ci sono stati meno casi di autismo – osservano gli scienziati -, ma in quelle in cui si sono verificate grandi nevicate o piogge continue con l’immaginabile conseguenza d’indurre i bambini a trascorrere più ore di fronte alla tivù, le diagnosi di autismo si sono impennate. Secondo Waldman, “poco meno del 40% dei casi di autismo nelle contee studiate sono da considerarsi direttamente collegati all’eccessivo guardare la televisione da parte dei bambini piccoli”.