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La terapia del sorriso

2 Febbraio 2010

 

Tra tutte le emozioni il “ridere” è l’alleato più potente della nostra salute.
Di fronte a delle situazioni divertenti, al termine dello scoppio di riso si ha un rilascio di endorfina che funge da oppioide endogeno.
L’endorfina rilasciata produce un effetto calmante, antidolorifico, euforizzante e immunostimolante.
Lo stimolo risorio, da intendersi come situazione che spinge al riso, viene rilevato dal cervello attraverso i sensi della vista e dell’udito e va a colpire la zona del cervello deputata a riconoscere situazioni come questa e a scatenare meccanicamente il riso; così dal talamo e dai nuclei lenticolari e caudali del cervello parte l’impulso del riso che arriva ai nervi facciali che a loro volta stimolano i muscoli risorio e zigomatico; più l’impulso è forte e più arriva lontano, fino al diaframma e ai muscoli dell’addome.
Ecco che, il riso scende dall’alto verso il basso, dalla mente cosciente all’istinto viscerale.

 

L’importanza del personaggio clown in corsia

Quello che si scopre quando si decide di essere un clown che gioca con una persona malata è che la maschera di questo personaggio ha una capacità incredibile di far comunicare, spingere a condividere e far vedere in maniera diversa le esperienze più terribili.

Grazie alla sua forza simbolica, il clown è l’unico personaggio al quale ci si può aggrappare in momenti nei quali tutte le proprie certezze, tutto ciò che viene considerato serio e normale viene sconvolto, spazzato via, reso insensato dall’assurda ingiustizia della vita.

I clown non sono terapeuti nel senso corrente del termine, ma quando fanno ridere hanno la funzione di potenziali catalizzatori del recupero fisico, aiutando il paziente a non concentrarsi sulla malattia.

 

Il lavoro del clown-dottore

  • artistico: improvvisazione, musica, personalità clown 
  • relazionale: ascolto, percezione del contesto, relazione con il personale medico, comprensione della struttura familiare

In pratica, per raggiungere il proprio scopo, il clown-dottore deve saper mantenere un flusso permanente fra le diverse abilità, tutte collegate tra loro.
Esso, ogni volta che entra in contatto con un paziente deve saper cogliere d’istinto la situazione, scegliere l’insieme di improvvisazione che gli sembra più adatto alle esigenze della persona malata e dei suoi familiari, tenendo anche conto dell’ambiente in cui si trova ad intervenire.