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L’approccio lifespan alla disabilità intellettiva

12 Ottobre 2012

Disabilità intellettiva e sviluppo.

Ne ha parlato a Trento il Prof.  Giorgio Albertini

 Disabilità intellettiva e sviluppo, questo il tema centrale del Convegno “La longevità nella disabilità intellettiva” che si è tenuto a Trento il 5-6 ottobre e che ha visto tra i protagonisti il prof. Giorgio Albertini, Responsabile del Centro per lo Sviluppo Infantile dell’IRCCS San Raffaele Pisana. «E’ diverso acquisire una disabilità da adulti o nell’età dello sviluppo», ha affermato Albertini, «Un bambino con problemi intellettivi rischia, se non correttamente riabilitato, di trascorrere una vita con una qualità molto bassa e di rappresentare anche un costo elevato per la collettività». Poichè il bambino con disabilità diventerà un adulto con disabilità, il compito è quello di seguirlo in tutto il  percorso di crescita, aiutandolo a condurre una vita il più possibile attiva ed autonoma. «E’ fondamentale», ha sottolineato il medico, «seguirlo costantemente attraverso tutte le fasi di sviluppo, dalla prima infanzia passando per l’età adulta fino all’invecchiamento. Un approccio che negli USA viene definito come “lifespan”». Una metodologia che implica la necessità di monitorare lo sviluppo secondo un modello multidimensionale che, in base ai principi della medicina basata sul’evidenza permetta  di identificare e utilizzare misure qualitative e quantitative necessarie per monitorare l’evoluzione e il processo di crescita del bambino prima, e della persona poi.