News > L’asma e il ruolo della riabilitazione respiratoria
Il 7 maggio di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale dell’Asma, una condizione che, secondo i dati del Ministero della Salute, colpisce circa il 5% della popolazione italiana, pari a circa 3 milioni di persone. Di queste il 10% ha una forma grave di asma, che coinvolge 300.000 individui. Ne abbiamo parlato con il Prof. Franco Pasqua, responsabile della Unità Operativa di Pneumologia Riabilitativa presso l’IRCCS San Raffaele.
Professore che cos’è l’asma? Come si possono riconoscere e quali sono i primi sintomi?
L’asma bronchiale è una patologia caratterizzata da un’infiammazione diffusa delle vie aeree provocata da vari stimoli che portano a una broncocostrizione completamente o parzialmente reversibile. La sintomatologia comprende dispnea, senso di costrizione toracica, tosse e respiro sibilante. L’asma è una malattia che spesso ha origine durante l’età pediatrica e quindi è importante esaminare attentamente la sua frequenza nei bambini.
Può resistere anche dopo l’età pediatrica?
Essendo una condizione cronica, può persistere per tutta la vita e, se non trattata, può progredire fino a causare enfisema polmonare nelle fasi avanzate. Nei soggetti anziani, può essere difficile distinguere se il paziente ha iniziato con l’asma bronchiale o con la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), poiché entrambe le condizioni tendono a confondersi nelle fasi finali.
Quanti tipi di asma esistono?
L’asma estrinseco in cui le cause scatenanti, come gli allergeni, sono note e forme di asma intrinseco dove la causa è meno chiara. Tuttavia, negli ultimi anni, si è evidenziato un particolare tipo di asma definito “asma grave”. Nonostante le terapie inalatorie standard esiste una percentuale di asmatici che non risponde bene o del tutto ai trattamenti, caratterizzando così l’asma grave. Questa condizione colpisce circa il 5-10% degli asmatici. Negli ultimi anni, però, sono state sviluppate terapie biologiche che bloccano la reazione allergica all’origine, riducendo l’infiammazione e, di conseguenza, i sintomi dell’asma. Le terapie anti-infiammatorie, come gli inalatori a base di corticosteroidi, sono fondamentali per mantenere stabile la condizione. Nei casi di crisi, si può ricorrere a cortisone per via orale o addirittura per via generale tramite flebo.
Quando si manifestano i sintomi di una crisi respiratoria, cosa bisogna fare?
Inizialmente è fondamentale condurre una spirometria sul paziente per valutare la funzionalità respiratoria, includendo un test di reversibilità. Gli esami includono analisi del sangue per componenti allergici e la valutazione dell’espettorato per eosinofili. È importante indagare sulle allergie e la storia clinica, incluso l’interrogatorio sui sintomi oculari allergici, che possono precedere l’asma.
Come si fa la diagnosi?
Spesso la diagnosi dell’asma si basa sull’interazione diretta con il paziente che descrive i sintomi e la sua storia clinica. Inizialmente, i sintomi possono essere lievi ma nel tempo possono aggravarsi. Successivamente il medico chiede al paziente se ha avuto episodi di respiro corto, senso di oppressione al petto, sibili durante la respirazione, tosse frequente o risvegli notturni per mancanza di respiro. È importante anche conoscere la storia familiare poiché spesso è presente in famiglie di pazienti asmatici.
Che cos’è e in cosa consiste la riabilitazione respiratoria e per quali pazienti è indicata?
La riabilitazione respiratoria detta anche pneumologia riabilitativa è una opzione terapeutica rivolta ai pazienti affetti da malattie respiratorie croniche che, tramite un trattamento personalizzato, ha lo scopo di garantirne il recupero funzionale e psicologico, migliorando la tolleranza all’esercizio fisico e la qualità della vita e riducendo i sintomi. Il trattamento viene erogato da una équipe multidisciplinare e può essere rivolto a tutti i malati affetti da malattie respiratorie croniche, quali la BPCO, l’asma, le fibrosi polmonari, il tumore del polmone ecc.