News > Le finalità riabilitative della terapia occupazionale nella RSA San Raffaele San Nicandro
Nella Residenza Sanitaria Assistenziale San Raffaele San Nicandro Garganico le tradizioni popolari diventano strumenti di lavoro per i nostri educatori professionali e assistenti sociali in occasione della Festa di San Martino.
Gli ospiti della RSA sono, ad esempio, impegnati in questi giorni nella preparazione della giornata dedicata al culto del novello. Complici le piogge e i primi freddi è il momento migliore delle castagne, accompagnamento del primo vino della vendemmia appena conclusa. Caldarroste, castagnaccio e marron glacé tra i piatti tipici che saranno preparati con il supporto degli ospiti delle RSA e delle loro famiglie per l’allegra cena di San Martino.
“Certo, con moderazione – chiarisce sorridendo il dottor Franco Mastroianni, Coordinatore Sanitario del Consorzio – tenendo cioè conto delle prescrizioni nutrizionali legate alle patologie di ciascun paziente”.
La festa in occasione di San Martino, così come tutte le altre attività ludico-ricreative promosse nelle RSA del Consorzio, rientra nel più vasto progetto di terapia occupazionale proposto in base alla personalità, al livello cognitivo ed alle capacità motorie di ciascun ospite.
“La terapia occupazionale e di animazione – spiega Mastroianni – comprende l’insieme di quelle attività volte al recupero o al potenziamento delle funzioni residue del paziente al fine di restituire o mantenere autonomia fisica, psichica e sociale attraverso l’occupazione. Essa non si limita solo al recupero funzionale di un segmento corporeo, bensì interessa tutta la persona secondo un principio caro al mondo geriatrico che è quello della presa in carico del paziente nella sua globalità”.
“Nello specifico – conclude Mastroianni – il recupero delle tradizioni popolari coniuga due esigenze. Da un lato la rievocazione di momenti del passato dell’ospite con effetti positivi sulla propria memoria e sui propri sentimenti, dal-l’altro una effettiva attività di socializzazione che minimizza il livello di isola lamento e la sensazione di solitudine che colpiscono i pazienti istituzionalizzati e le loro famiglie. Creare in RSA tradizioni, sentimenti e rapporti sociali rappresenta un nuovo modello di socio-assistenza con finalità anche terapeutiche”.