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Le nuove frontiere nel trattamento del mal di testa

16 Maggio 2014

Ne parla il Prof. Piero Barbanti dell’IRCCS San Raffaele Pisana alla vigilia della giornata nazionale

«Ora conosciamo cosa avviene nel cervello durante un attacco. Per questo esistono terapie personalizzate. E sempre più efficaci. Dal topiramato commercializzato anni fa alla più recente tossina botulinica in campo farmacologico. Sino alle più nuove frontiere della neurostimolazione».

Lo dichiara il Prof. Piero Barbanti, Direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell’IRCCS San Raffaele Pisana, alla vigilia della VI Giornata Nazionale del Mal di Testa che si celebra in Italia sabato 17 maggio al fine di sensibilizzare in merito alla malattia più frequente nei 5 continenti. Secondo l’OMS la prima al mondo per numero di pazienti affetti (oltre 2,5 miliardi di individui nel mondo), superiore addirittura per frequenza alla carie dentale.

Pochi sanno che l’Italia è leader mondiale nella ricerca e nella cura delle cefalee, in particolare delle sue forme più severe quali la cefalea a grappolo e l’emicrania. Proprio per quest’ultime, dopo lunghi anni di attesa oggi esistono nuove cure finalizzate alla prevenzione degli attacchi.

«Di particolare interesse» spiega Piero Barbanti, «sono gli stimolatori non chirurgici quali il dispositivo GammaCore, che stimolando il nervo vago al collo serve per fare abortire l’attacco. Ha la forma di un rasoio elettrico ed è una risposta formidabile per chi soffre di cefalea a grappolo o emicrania cronica. Emette infatti stimoli elettrici che, attraverso il nervo vago sul quale viene posizionato, risalgono alle aree cerebrali riducendone l’eccitabilità».

Lo stimolatore che “rasa” il mal di testa è stato presentato per la prima volta dal neurologo Peter Goadsby all’ultimo congresso dell’American Academy of Neurology di San Diego, ma il suo primo studio clinico porta una firma tutta italiana, il Centro Cefalee dell’Istituto Carlo Besta di Milano e l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma. «I risultati dello studio che ha valutato emicranici di età tra i 18 ed i 65 anni sono stati promettenti» continua il neurologo, «la terapia risulterebbe efficace sia sul dolore che sui vari disturbi che accompagnano l’attacco di emicrania, soprattutto se iniziata ai primi sintomi. Circa il 50% dei soggetti ha riportato una netta riduzione di intensità o una completa scomparsa dei disturbi dopo un’ora dal trattamento».

E dopo il rasoio arriva il “cerchietto per i capelli”. Il nuovissimo strumento Cefaly, l’unico per il quale siano disponibili al momento dati scientifici in doppio cieco. «Si tratta di un cerchietto, proprio come quello utilizzato per fermare i capelli, che viene posto sulla fronte per 20 minuti al giorno tutti i giorni per 4 mesi. Stimolando elettricamente esercita una sorta di “ipnosi” del trigemino iperattivo, riducendo a più a miti consigli il generatore del mal di testa localizzato nel nostro cervello. “Parlare a nuora, perché suocera intenda” è il caso di dire».

Gli studi dimostrano che gli emicranici che lo hanno utilizzato presentano una significativa riduzione del numero di giorni di mal di testa (nel 40% dei pazienti gli attacchi vengono addirittura dimezzati) e del numero di analgesici consumati. Grandi passi avanti dunque sono stati fatti dal mondo medico-scientifico. E tanto ancora si potrà fare quando sarà a diposizione degli esperti il registro nazionale che censisce le cefalee croniche la cui fase di startup è prossima all’avvio in Italia.