News > “Le ricette del benessere”: il progetto del San Raffaele Sabaudia che raccoglie pietanze e le emozioni degli ospiti della RSA
Per l’anziano l’ingresso in una struttura rappresenta un momento di forte cambiamento delle condizioni ambientali, affettive e comportamentali. Lasciare la propria casa, a volte anche il proprio paese e quindi i parenti e gli amici, cambiare le proprie abitudini quotidiane, sono tutti elementi che possono causare una perdita di autonomia e autostima.
Ci sono però dei progetti specifici, come il “Gruppo dei ricordi” del San Raffaele Sabaudia, che nascono proprio dall’esigenza di fare in modo che ciò non avvenga, rafforzando nell’ospite di una RSA la stima di sé e delle proprie capacità anche nei rapporti interpersonali.
«Queste attività, insieme ad altre, sono molto soddisfacenti perché consentono all’anziano di vedere il risultato del suo operato e di ricevere gratificazioni da parte di parenti, amici e degli stessi operatori», spiega la Dott.ssa Manuela Maltese, psicologa clinica e psicoterapeuta presso la struttura pontina. «L’anziano in RSA tende facilmente a perdere la giusta sequenza del trascorrere del tempo e delle stagioni per cui il gruppo ha come obiettivo la stimolazione della memoria per mantenere o rinforzare le capacità cognitive residue, basandosi sui racconti degli ospiti legati ai temi della vita quotidiana dei tempi passati partendo dalle ricette a loro più care o rappresentative della loro vita».
La concezione del cibo come veicolo di benessere ha portato alla realizzazione del libro “Le ricette del benessere”, nato dal lavoro svolto nei gruppi volti alla sollecitazione della memoria degli utenti, nonché delle emozioni collegate al ricordo. «Il gruppo composto dagli utenti dell’RSA San Raffaele di Sabaudia si è riunito con cadenza settimanale. L’idea della raccolta di ricette nasce dal desiderio di coniugare i ricordi del passato, sia prossimo che remoto, con l’interesse che fin da subito gli utenti hanno dimostrato nel menzionare momenti di convivialità o festività condivise con familiari e non. L’attività di ricordo e narrazione vuole sì rafforzare le capacità cognitive ma tende a suscitare nel gruppo risposte non solo a livello intellettivo ma anche nell’ambito della sfera emotiva, affettiva e relazionale», conclude la Dott.ssa Maltese.
Sfoglia il ricettario sulla pagina Facebook del San Raffaele